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numero delle persone, si possono instituire confronti anche sui loro movimenti, le loro produzioni e i loro consumi; ma le grandi strade ferrate tendono già per sè ad equilibrare in breve tempo questi dati, promovendo in sommo grado la generale attività. La questione suprema e fondamentale consiste dunque nel confrontare la densità della popolazione, lungo tutta la linea che si vorrebbe tracciare, e lungo le migliori linee che si sono altrove tracciate. Ora se guardiamo quella lista di paese, che, sopra una lunghezza di 150 miglia e una larghezza di 50, si stende lungo il Po dal Ticino alla Piave, troviamo una tal continua affluenza di popolazione rurale e urbana, che, se anche non si pon mente alle sue cause ed agli effetti suoi, cioè all’ubertà dei luoghi, alla copia delle strade, delle linee navigabili e delle acque irrigatorie e motrici, al valore straordinario dei prodotti, alla frequenza delle belle città e delle grosse borgate, non si può indicare in qual siasi parte d’Europa, non escluso lo stesso Belgio, un egual tratto di terreno che la pareggi. Il che in questa raccolta fu già chiarito con abbondante corredo di cifre positive (Vedi Politecnico, vol. I).

Fin dal 1836 io aveva animato gl’imprenditori a fondare senz’altro i loro conti sulla popolazione delle sei città che si potevano direttamente connettere colla strada ferrata; le quali, giusta le indagini statistiche che poi si fecero, sono prossime a mezzo milione; e vi si possono aggiungere parecchie delle interposte borgate mercantili, come Chiari, Treviglio, Romano, Lonato, Montechiaro, Castiglione, Desenzano, Peschiera, Dolo, Mestre, alcune delle quali toccano i novemila abitanti, ed in ogni altro paese si chiamerebbero città. Cinquecento mila passaggieri all’anno, ossia 1400 al giorno, sono più del necessario; poiché l’esperienza dimostra che sopra 600 si può avventurare una buona strada ferrata a due rotaje, quando si tengano le tariffe ad una certa altezza, nell’aspettazione che il tempo sviluppi un maggior movimento. Valutata la linea a 250 chilometri (di 1000 metri), e il prezzo medio delle corse intermedie e totali a dieci centesimi nostri per chilometro, ossia 25 lire in ragguaglio di tutta la linea, ch’è prezzo assai mite, un mezzo milione di passaggieri verserebbe più di dodici milioni di lire. Supposto che le spese ingojassero la metà di