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zione, alla quale Dio ci chiama, ed acciocché lo dimonio collo mantello della virtù e della carità del prossimo non notricasse dentro nell’ anima la radice della presunzione, perocché da questo caderemo nei falsi giudizj, parendoci giudicare dritto, e noi giudicaremo torto: e andando noi dietro al nostro vedere, spesse volte il dimonio ci farebbe vedere molte verità per condurci nella bugia, e perchè noi ci facessimo giudici delle menti delle creature, la quale cosa solo ’ Dio 1’ ha a giudicare. Questa cosa è una di quelle due dalla quale voglio che noi al tutto ce ne leviamo; ma voglio che sia appreso con modo e non senza modo.

Il modo suo è questo, che se già Dio spressamente, non pur una volta, nè due, ma più non manifesta il diletto del prossimo, nella mente nostra, noi noi dobbiamo m,ai dire in particulare a cui elli tocca, ma in comune correggiare i vizj di chi ci venisse a giudicare e piantare le virtù, e caritativamente e con benignità, nella benignità l’asprezza, quando bisogna; e se paresse che spesse volte Iddio ci manifestasse i difetti altrui, se non fosse espressa revelazione, come detto è, attienti alla parte più sicura, acciocché fuggiamo lo inganno e la malizia del dimonio, perocché con questo amo del desiderio ci pigliarebbe. Nella bocca tua dunque stia il silenzio o uno santo ragionamento delle virtù e spregiamento del vizio: il vizio che ti paresse cognosciare in altrui, ponilo insiememente, ed a loro ed a te, usando sempre una vera umilità; e se in verità quello vizio sarà in quella cotale persona, elli si correggiarà meglio, vedendosi compreso così dolcemente; e dirà quello a te, che tu volevi dire a lui, e tu ne sarai sicura e tagliarai la via al dimonio. che non ci potrà ingannare, nè impedire la perfezione dell’anima tua. E sappi che d’ogni vedere noi non ci dobbiamo fidare, ma dobbianceli ponere dopo le spalle, e solo rimanere nel vedere, e nel cognoscimento di noi: e se alcune volte venisse caso che pregassimo particularmen’te per alcune creature, e nel pregare noi