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Annotazioni alla Lettera 161.

(A) Questa Madonna era priora delle more della penitenza dell’Ordiue di ». Domenico, che in S’ena diceansi rannidiate, dal portare che faceano nero e lungo mantello; e di queste snore era In nostra serafica vergine. Della istituzione d’ esse per disteso si favella dal beato Raimondo nella leggenda della santa. Fioriva óltre modo in Siena a quell’ età istituto sì pio, trovandosi che r «inno i35a nn cento d’ esse si legarono con giuramento di non deporre quell’abito religioso, che colla vita, ^el i38o eranvene oltre a cinqnanta, calate forse di numero per essere la città calata di molto a cagione della pestilenta del 1^74, come apparisce da un breve del pontefice Urbano V’f, in cui concede loro indulgenza io punto di morie, avuto probabilmente per opra della santa; e tra esse trovansene non poche delle famiglie più illustri che avesse a que’ tempi la città.

(B) Alla rocca d’Agnolino. La rocca d’AgnoIino era un castelletto detto la rocca presso il fiume Orcia, divcovto da Siena circa 20 miglia, detto anche la rocca di Tentennino, di cni ad altro luogo si favella. Dicesi qni d’Agaolino per essere dominio d an cavaliere sanese della famiglia non tneoo illustre che potente a quella eli de’Salimbeni; il cui nome era Anqelo, o come Usano i Toscani Agnolo, ma detto col diminutivo Agoolino.

(C) E di tutto il nostro collegio. Soleva la santa ne* suoi viagg* avere la compagnia non pure d’alcune mantellate, ma si ancora di varj religiosi e d alcuni de’ suoi di voti discepoli; i quali vengono per essa intesi col nome del nostro collegio, non altro significando trii voce cbe una adunanza. Mentre stava la santa in questo luogo, apprese prodigiosamente a scrivere, come già fu osservato.