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78 _ comperò del sangue dell’unigenito suo Figliuolo. Ma pensa, carissima figliuola, che questo cibo non si mangia in terra, ma in alto; e però il Figliuolo di Dio volse essere levato in alto in sul legno della santissima croce, acciocché in alto in su questa mensa prendessimo questo cibo. Ma tu mi dirai: quale è questo cibo angelico? Rispondoti: è il desiderio di Dio, il quale il desiderio, che è nell’affetto dell’anima trae a sè, e fannosi una cosa l’uno con l’altro.
II. Questo è uno cibo che, mentre che siamo peregrini in questa vita, tira a sè l’odore delle vere e reali virtù, le quali virtù sono cotte al fuoco della divina carità, e mangiansi in su la mensa della croce, cioè, che con pena e fadiga s’acquista la virtù, ricalcitrando alla propria sensualità, e con forza e violenzia rapisce il reame dell’anima sua, la quale è chiamata cielo, perchè cela Dio (2?) per grazia dentro da sè. Questo è quello cibo che fa 1’ anima angelica, e però si chiama cibo angelico, ed anco perchè, separata l’anima dal corpo, gusta Dio nell’essenzia sua; e gli sazia tanto e per sì fatto modo l’anima, che neuna altra cosa appetisce, nè può desiderare se non quello che più perfettamente l’abbi a conservare e crescere questo cibo, unde ha in odio ciò che li è contrario; e però, come prudente, ragguarda col lume della santissima fede, il quale lume sta nell’occhio dell’intelletto e ragguarda quello che li è nocivo e quello che li è utile; e come ella ha veduto, così ama e spregia, dispregia, dico la propria sensualità, lenendola legata sotto i piei dell’affetto, e tutti i vizii che procedono da essa sensualità. Ella fugge tutte le cagioni che la possino inchinare a vizio, o impedire la sua. perfezione; onde ella annega la propria volontà che li è cagione d’ogni male, e sotto* metlela al giogo della santa obbedienzia, non solamente all’Ordine ed al prelato suo, ma ad ogni minima creatura per Dio. Ella fugge ogni gloria
piacere umano, e solo si gloria negli obrobrii e pene di