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3i così portando per la ineffabile carità sua, impetraremo grazia di fare 1 altro atto del servo, si è di recare, cioè di ritornare in giuso, e così verremo nella grazia del cognoscimento di noi, e di Dio; perocché non mi pare di potere avere virtù nella plenitudine della grazia, senza l’abitazione della cella del cuore e dell*anima vostra, nel quale luogo acquistaremo il tesoro che c’è vita, cioè l’abisso santo del santo cognoscimento di Dio e di sè; dal quale santo cognoscimento, suore carissime (/?), procede quello santissimo odio che ci fa unire in quella somma ed eterna e prima Verità, cognoscendo noi essere somma bugia ed operatori di quella cosa che non è; e così odiando gridaremo con voce di cuore, manifestandola sua bontà: Tu solo sei colui che se’ buono. Tu se’quello mare pacifico, unde escono tutte le cose che hanno essare; ma quella cosa che non è, non è in lui, cioè il peccato. Così disse la somma virtù a una serva sua inutile.

II. Io voglio che tu sia amalrice di tutte quante le cose, perocché sono tutte buone e perfette, e sono degne d essare amate, e tutte sono fatte da me, che so’ somma bontà, eccetto che il peccato: questo non è in me; perocché, se fusse in me., dilettissima mia figliuola, sarebbe degno d’essere amato. 0 amore inestimabile!

però vuoli tu, che noi ci odiamo per le perverse nostre volontadi, unde procede questo, cioè il peccato, che none è in te. Dunque, madre e suore dilettissime in Cristo Jesù, corriamo, corriamo, corriamo morte per la via della virtù; e se mi diceste, che voci diamo? Gridiamo con l’Apostolo per la nostra perversa volontà: e che dice lo innamorato di Paulo?

Mortificate, dice, le membra del corpo vostro, ma non dice così della volontà, ma vuole che ella sia morta e non mortificata. 0 dolcissimo e dilettissimo amore, io non ci so vedere altro remedio, se non quello col-’ tello che tu avesti, dolcissimo amore, nel cuore e nell’anima tua: ciò fu l’odio che avesti al peccato, e l’amore che avesti all’ onore del Padre ed alla nostra