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V 285 AI SIGNORI DI FIRENZE (A).
I. Del desiderio, cbe disse Gesù Cristo avere avolo per mollo tempo della pasqna, cioè della sua passione, e di coma* nicarsi a1 sooi discepoli.
II. Della pace che ci lasciò per testamento dopo la sua passione.
III. L* esorta alla concordia ed allT unione con la santa Chiesa e col sommo pontefice, e del gran benefizio dell* incarna* zione che dere muoverci a quest1 unione.
IV. Che per altra via non si può participare il frutto del sangue di Gesù Cristo.
V. Adduce, altri molìfi per istabilir questa pace.
31*tUtn 198.
Al nome di Jesu Cristo crocifisso e di Maria dolce.
I* ^ voi, dilettissimi e carissimi fratelli in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva e schiava de* servi di Jesù Cristo, scrivo nel prezioso sangue suo, risovvenendomi della parola che disse il nostro Salvatore ai discepoli suoi, quando disse: Con desiderio io ho desiderato di fare la pasqua con voi prima che io rnuoja.
Lungo tempo aveva pasquato il nostro Salvatore con loro; dunque di che pasqua dice? Diceva dell’ultima pasqua, la quale fece comunicando sè medesimo a loro. Ben mostra, che facci come innamorato della salute nostra, onde non dice: io desidero, ma dice!
Con desiderio io ho desiderato, quasi dica: Io ho lungo tempo desiderato di compire la vostra reden-