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a83 dello Spirito Santo, la quale non meritandola voi, per la sua clemenzia è disposto a darvela; e a me fareste vergogna e vituperio, che non ne potrebbe escir altro che vergogna e confusione, dicendoli una cosa, e voi ne facessi un’altra; pregovi che non sia più, anco v’ingegnate in detto e in fatto di dimostrare, che voi vogliate pace e non guerra, III. Ho parlato col santo padre; udimmi per la bontà di Dio e sua graziosamente, mostrando d’avere affettuoso amor della pace, facendo come fa il buon padre, che non ragguarda tanto all’offesa del figliuolo che egli ha fatta a lui, ma ragguarda se egli è umiliato per poterli fare piena misericordia. Quanto egli ebbe singolare letizia, la lingua mia non il potrebbe narrare, avendo ragionato con lui buono spazio di tempo, nella conclusione delle parole disse, che essendo quello che io gli ponevo innanzi di v^oi, egli era acconcio di ricevervi come figliuoli, e di farne quello che ne paresse a me. Altro non dico qui. Altra risposta assolutamente non pare al santo padre che si dovesse dare infìno che vostri ambasciatori non giungessero. Maravigliomi che anco non sono giunti; come saranno giunti, io sarò con loro, e poi sarò col santo padre, e come trovarò la disposizione, così vi scriverò, ma voi con le vostre preste e novelle mi andate guastando ciò che si semina. Non fate più così per l’amore di Cristo crocifisso e per la vostra utilità. Non dico più. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore.

Data in Avignone adì 28 di giugno i376.