Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 4.djvu/279


279

Annotazioni alla Lettera 196.

(A) La lettera presente dettata per la santa, mentre ne stava tutta rapita in Dio, è de’6 maggio del 1379, nel qual giorno scrisse pure al re di Francia, alla reina Giovanna ed al conte Alberico, ed è dirizzata a quei signori romar.: cbe onorar,insi del titolo di mantunilori della repubblica di Roma. I Banderesì eran a Roma quel che a Firenze i Gonfalonieri del popolo. Quantunque i pontefici sin dai tempi di Carloinagno avessero il dominio della città di Roma, non poterono fare che a quando a quando non i risvegliassero gli antichi spiriti repubblicani; onde sovente, cacciati i pontefici, costituirono diverse maniere di reggimento, come fecero tutte le altre città d’Italia dopo il secolo decimo. Durante poi la dimora de* pontefici in Avignone, i Romani avevano creato un governo in tutto popolare, che era in inano di cotesti Banderesi, ossia capi dei Rioni. Ebbero per alcun tempo il Senatore, creato’dal popolo, e raffermo da! pontefice; ma esso fu da Innocenzo VI limitato all’ amministrazione della giustizia. 11 papa Gregorio XI dovette patteggiare coi B mderesi per mantenere alcuna autorità nel governo di Rjma. Urbano, non che gli inquietasse nella loro autorità, ebbe mestieri di tutta la condiscendenza per averli amici; e anche la santa per questo effetto scrisse loro la presente lettera. Vedi la lettera 20 e le note I) e E, e In 22 con le note C e I). Bonifacio IX destramente si sbrigò dall’ impaccio de’Banderesi e degli altri maestrali popolari, chiamando a sè il diutto di nominare tutti gli uffizioli del governo. I buoni uomini manlenitori della repubblica, furono tanto a Roma quanto a Firenze e a Siena colleglli dei supremi magistrati, consiglieri e aiutatori nella spediz ine degli atTaii.

(B) Che voi siate grati delle grazie che v’ha fatte e fa il nostro Creatore. Con queste parole accenna la vittoria riportata il di 29 d’aprile, otto giorni innanzi alla data di questa lettera dalle «quadre di papa Urbano contro a’ seguaci di Clemente.

(Q Ù esempio ce ne dà il padre nostro papa Urbano T’J, ec.

Di questa azione del pontefice Urbano VI d’andare a pie’scalzi a processione, s* è favellato nell’ aunotar.ioni alla lettera vigesima.

(D) Voglio che siate grati a questa compagnia. Favella della compagnia di soldatesche detta di s. Giorgio, pel cui valore erasi singolarmente avuta la vittoria delle genti di Clemente.

(E) Acciocché li conserviate nell’ adiutorio vostro. Savia ammonizione, trattandosi di genti che oggi mettean su la vita per voi e domani contro di voi, come loro tornava a maggior guadagno.

. (F) Panni che si usi un poco d ingratitudine verso Giovanni Cenci.

E famoso uu altro Cencio prefetto di Roma per 1’ empio suo at-