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277 slro papa 1 rbano VI (C) che in segno clie egli le ricognosce da Dio s’umilia facendo quell’alto, che già da grandissimi tempi non fu più, d andare a processione a piedi scalzi. Adunque noi figliuoli seguitiamo le vestigie del padre, cioè di cognoscere le grazie da Dio e non da noi. Anco voglio che siate grati a que* sta compagnia (D). i quali sono stati strumenti di Cristo, sovvenendoli in quello che bisogna, massimamente in questi poverelli feriti, portatevi caritativamente e pacificamente con essi loro, acciocché li conserviate ndl’adiutorio vostro (£), e lolliateli la materia che essi abbiano cagione di far contra di voi. Così vi conviene fare, dolcissimi fratelli, sì per lo debito e sì per la grande necessità. Son certa che se in voi sarà la virtù della gratitudine, voi vi studiarele di far questo e le altre cose sopraddette, altrimenti no.

E però vi dissi che io desideravo di vedervi grati e cognoscenti de’ beneficj ricevuti da Dio, acciocché compiate di fare quello cli

è di necessità alla salute delf mima e del corpo.


IV. Parmi che si usi un poco d’ingratitudine verso Giovanni Cenci (F), il quale con tanta sollecitudine e fedeltà, con schietto cuore solo per piacere a Dio, e per nostra utilità ( e questo so che è la verità ) ogni altra cosa abbandonando per traivi dal flagello che vi era posto di Castello Sant’Agnolo, in ciò s’è adoprato con tanta prudenzia, ora non tanto non mostrino segno di gratitudine solo di ringraziamento, ma il vizio dell’invidia e della ingratitudine getta il veleno delle infamie e molta mormorazione. Non vorrei che si facesse così nè di lui, nè di veruno altro che vi servisse, perchè sarebbe offesa di Dio e danno a voi, che tutta la comunità ha bisogno di nomini savj, maturi e discreti, e di buona coscienzia. Non si faccia più così per l’amore di Cristo crocifisso; poneteci quel rimedio che pare alla signoria vostra, acciò che la semplicità degl’ ignoranti non impedisca il bene.

S. Caterina. Opere. T. VI. iq