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258 perocché il mondo non ha veruna conformità con Cristo, come disse la prima Verità: Niuno può servirea due signori contrarj, perocché se serve all’uno è in contento dell’ altro.
II. O carissimo padre, quanto è perverso questo legame. Certo è, che l’uomo che è legato-nella perversità del peccato, egli è come colui che ha legate le mani e li piedi, e,non si può muovere, così 1’ anima ha legate le mani, che non può muovere alcuna operazione a Cristo, nè i piedi dell’affetto non si muovono a fare veruna buona operazione, che sia fondata in grazia. Oimè quanto è cosa pericolosa il peccato nell’anima; di quanto bene priva la creatura e di quanto male la fa degna! Falla degna delia morte,’ e tollele la vita; tollele il. lume e dalle la tenebre; toltele la signoria e dalle la servitudine; perocché colui che abbonda nel peccato è servo e schiavo del peccato, ha perduta la signoria di sè, e lassasi possedere all’ira e agli altri difetti. Or che sarebbe padre carissimo, se noi signoreggiassimo tutto il mondo, e non signoreggiassimo i vizj ed i peccati che sono in noi. Elli ci tolleno il lume della ragione, che non ci lassa vedere in quanto stato di dannazione egli sta, ed in quanta sicurtà sta 1’ anima che è legata col dolce Jesù. Egli ha perduta la vita della grazia, siccóme il tralcio che è tagliato dalla vite che è secco e non fa frutto, così la creatura tagliata dalla vera vite, è secca e putrida degna del fuoco eternale. Oimè dolente: questa è la gran’cecità, che non essendo nò dimonia, nè creatura che possa legar l’uomo a un peccato.mortale, cd esso medesimo si,lega. Adunque deslianci jdal sonno della negligenzia e ignoranzia, tagliate questo perverso legame; tutto questo avviene, perchè il peccalo c’1 mondo non hanno conformità con Cristo crocifisso, ch’il mondò» cerca onori, agj, diletti e signoria,
Cristo benedetto elesse vituperio, strazj, villanie, e nell’ultimo l’obbrobriosa r morte della croce. Volle esser servo ed obbediente/non tiapassàtore della legge, nò della