Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 4.djvu/24

24

tutte le altre virtù sono virtù per esso amore. La dottrino sua non è superbia, nè disobbedienzia,’«è amore proprio, nè ricchezza, nè onore, nè* stato del inondo!

non piacimento, nè diletto di corpo: non ha amore d’amare il prossimo per sè, ma per utilità nostra ci ha amati e data la vita per noi con tanto fuoco d’amore, anco è profonda e vera umilità. Or fu mai veduta tanta umilità, quanta è vedere Dio umiliato all’uomo?

la somma altezza discesa a tanta bassezza, quanta è la nostra umanità? e obbediente infino all’obbrobriosa morte della croce? Elli è paziente in tanta mansuetudine, che none è udito il grido suo per. veruna mormorazione: elli elesse povertà volontaria, quello che era somma ed eterna ricchezza, intantochè Maria dolce non ebbe panno, dove invollerlo, e nell’ ultimo, jnorendo nudo in su la croce, non ebbe luogo dove appoggiare il capo suo. Questo dolce ed innamorato Verbo fu saziato di pene e vestito d’obbrobri, dilettandosi delle ingiurie, delli scherni e villanie, sostenendo fame e sete colui che sazia ogni affamato con tanto fuoco e diletto d’amore. Elli è il dolce Dio nostro, che non ha bisogno di noi, e non ha allentato d’adoperare la nostra salute, anco ha perseverato, non lassando per la nostra ignoranzia ed ingratitudine, nè per lo grido de’giudei, che gridano che elli discenda dalla croce, non lassò però che non compisse la nostra salute.

Or questa è la dottrina e la via la quale elli ha fatta, e noi miseri miserabili pieni di difetti, non spose vere, ma adultere, facciamo tutto il contrario, perocché noi cerchiamo diletto, delizie, piaceri, amore sensitivo, uno amore proprio, del quale amore nasce discordia, disobbedicnzia: la cella si fa nemico; la conversazione (le’ secolari e di coloro cli

vivono secolarescamente si fa amico: vuole abbondare e non mancare nella sustanzia temporale, parendoli, se non abbonda sempre, aver necessità: elli si dilunga dall’amore del suo Creatore; lassa la madre dell’ orazione; anco facendo l’orazione debita, alla quale voi sete obligalc, spesse \olte