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2 20 tenebre dell’ odio del cuore e del prossimo suto, drittamente parrà che esso gì Iti carboni accesi di cariti soprà il suo capo. E questo è uno de’,singularii segni che T anima dimostri essere in c^ith o.no, In lei non cade sdegno, ma con pazienzia porta,. difetti del prossimo suo; non è iracunda ma.benigna; non fa l’uomo ingiusto, ma giusto, che a ciascuno rende il debito suo, o suddito o Signore che-sia; a Dio rende gloria e.loda al. nome suo; a sè rende odio e dispiacimento del peccato, ed al prossimo, rende amore e benivo?

lenzia,» e se egli è Signore che abbi a tenere giustizia a ognuno fa ragione»così al grande come al piccolo, ed al povero come al ricco; non contamina la giustizia, nè per lusinghe, nè per minaccie, nè per piacere, nè per dispiacere, ma tiene la bilancia dritta, dando a ciascuno quello che vuole la ragione; con grande diligenzia serve il pròssimo suo, mostrando sopra lui quello amore che esso porta.a Dio. A Dio non può fare utilità, e però s’ingegna di farla a quello che Dio-molto ama,, cioè la creatura che ha in sè ragione che ce 1’ ha posta come mezzo. Bene è dolce questa madre della carità, nel|a quale non cade veruna amaritudine, ma sempre dà allegrezza nel cuore di collii che la possiede.,.

II. Ma voi, carissimo padre, potreste dire a me, molto mi piace questo affetto della carità; ma in che principalmente posso vedere se io l’ho? Rispondovi!

se l’anima sente in sè quelle condizioni, che dette aviamo, che ha la carità: poi tutte si ricolgono principalmente in due, cioè nella vera e santa pazienzia, con la quale pazienzia porta le ingiurie piccole

grandi, da qualunque lato venissero, e per qualunque creatura, tutte le porta con mente pacifica e tranquilla. L’altra si è, che è l’ultima, che egli serve la creatura nella sua necessita, quanto li è possibile. Nella prima, porta con pazienzia le ingiurie, come detto è, e nella seconda e ultima dona; e che dona? L’affetto della carità amando il prossimo come sè medesimo, e secondo