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Annotazioni alla Lettera 176.

(A) Questa Alessa, cui scrisse più leftere la santa, fu sanese «li patria e della nobile famiglia de’ Saracini. Rimasta vedova dispose de’suoi beni ia opere di pietà; e vestito l’abito della penitenza di san Domenico, fecesi discepola nello spirito di questa vergine, cui fu fedelissima compagna. Ebbela essa iu altissima stima per le sue gran virtù, onde in vita solea conferirle le grazie più segrete’ cbe il cielo le comunicava, ed in morte le diè in cura la stia picciola e cara famiglinola, acciocché le fosse madre e maestra nella via della perfezione. Di questa buona signora favella eoo molta laude il B. Raimondo nella leggenda della santa. L’altra donna, cui è scritta questa lettera, è Francesca detta Cecca, vedova di Clemente Gori nobile sauese, di cui pure fa nobile encomio il beato Raimondo nel luogo citato. De’ figliuoli che ebbe, fece generoso sagrificio ni Signore, poiché i tre maschi vestir«»no l’abito dell’Ordine de’predicatori, e santamente morirono nel fiore degli anni, come narrasi dallo stesso beato; e la figliuola Giustina fecesi religiosa pure di s. Domenico a Monte P«iIciano, «» rimase erede della madre, come di sopra fu detto. Mori In Francesca in Roma, ove fece il suo testamento a i5 «li febhrnjo 1383, lasciando d’ essere sepolta nella chiesa de’ Padri di s. Domenico detto della Minerva. Fece erede del suo la figliuola monaca, «liè nn grosso legato al convento di questi religiosi «li Siena, e quattro fiorini d’oro a Fra Tommaso della Fonte. Il testamento conservasi nell’ archivio di questo convento di s. Domenico. Se P aggiunto «li Gori sia secondo caso del nome del padre di «piesto Clemente marito di questa Francesca, o pure sia cognome è incerto.

Certissimo però si è, che da Goro, nome di persona, ma guasto da quello «li Gregorio è nata in Si«na la famiglia Gori, cbe di più secoli fiorisce Ira le prime «li essa sì in is|len«Ioie, sì pe’meriti, e degli antenati, e de’signori che ora vivono.

(li) Raccomandateci n Teopcnto. I iii fos-e «piesto religioso, non in’è noto. Il nome è greco, ma non ha significato che monti a nulla, tìssendo lo stesso che dire cinque Dei. Sono di verità anche in oggi iu Siena de’ nomi strani, e che sentono non poco dell’ antico gentilesimo, e più assai ci erano a tempi di santa Caterina; ma di questo Teopento 11011 trovo altra memoria in questa città. Nelle Vite de’ Padri antichi trovasi un monaco del nome stesso di Tcopento, il quale dalla savia «rarità di s. Macario, fu rimesso nella strada di salute, onde avea traviato.