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Rocca li Val d’Orcia, odi I entennano, della ancora la Rocca dei Snlimbeni, favella il bealo Raimondo in occaMone di rapportare la liberazione d’uno indemoniato per le orazioni della sauta; cd alcuna cosa se n’ è pur della di sopra favellando della grazia die *i ricevette d apprendere a scrivere per magisteio del cielo. Il beato Raimondo non istetle lutto il tempo della dimora della »a*ita in questo luogo; essendone partito per Roma d’ordine M questa vergine, come egli slesso testifica al luogo citato di sopra, rra Tommaso dovea essere quello della Fonie, confessore ancor esso di santa Caterina. Monna I omtna, cioè Tommasa e Lisa cognata della santa, erano manleilale e sue compagne.

(/) E mangiatisi tanti (Unioni incarnati. Come Cristo Signor nostro appellò nel Vangelo cibo suo la conversione de’ peccatori, co»! la santa in questa ed altre lettere, favellando del ridurre a via di salute le anime cbe n’erano fuori, usa la slessa metafora, volendo con ciò palesare il gusto che ne provala. Quanto grande fosse il concorso delle genli a sentirla favellare, e quale il guadagoo d averla udita, accennasi dal bealo Raimondo; il qunle, auulie con tutta schiettezza confessa talora rnancavaiigli le forze nelP amministrar loro il sagramenlo della penitenza, stando ella sempre più vigorosa: onde none maraviglia, se qui la sauta medesima soggiugue, che a Fra Tommaso ne dolesse lo stomaco, tenendosi nell’allegoria del cibo. A ragione delle molle conversioni che facea dei peccatori, Gregorio XI concedette pieno podere al beato Raimondo e a due altri religiosi, cb’erauo di suo seguito, d’assolvere da ogni colpa in qual si fosse luogo quei che dalle prediche e dalle orazioni di questa sanla vergine riduceansi a penitenza, e volpano acconciarsi dell1 anima e confessarsi, come testifica lo stesso beato; e può leggersi uel breve del pontefice che si dà nella giunta alla vita della sauta, e da noi si acceuuó di sopra.