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116 maestrarà di quello che tu debbi fare, e darà lume a quello a cui tu fussi suddita, facendo tu per suo consiglio, perocché l’anima che ora debba avere una santa gelosia, e sempre si diletti di far ciò che ella fa col mezzo dell’ orazione e del consiglio. ’ ‘ III. Tu mi scrivesti, e secondo ch’io iiHesi nella lettera, pare che tu sia passionala, e non è piccola, anco è forse maggiore che verun’allra, quando dall’uno lato ti senti chiamare nella mente tua per nuovi modi da Dio, ed i servi suoi si pongono, al contrario, dicendo che non è bene (C). Io t’ho compassione pure assai grande, perchè non so che fadiga si sia simile a quella per la gelosia che l’anima ha di sè medesima, che a Dio resistenzia non può fare, e la volontà de’ servi suoi vorrebbe compire, fidandosi più del lume e cognoscimento loro che del suo, e nondimeno non pare che possa. Ora io ti rispondo semplicemente secondo il mio basso e poco vedere, non ponendoti mente affirmativamente, ma come li senti chiamare senza te, così rispondi; unde se tu vedi il pericolo dell’anime, e tu le puoi sovvenire, non chiudare gli occhi; ma con perfetta sollicitudine t’ingegna di sovvenirle infino alla morte, e non curare di tuoi proponimenti, nè di silenzio, nè d’altro, acciocché non ti fusse detto poi: Maladetto.sia tu ch

tacesti. Ogni nostro principio e fondamento è fallo solo nella carità di Dio c del prossimo: tutti gli altri esercizi! sono istrumenti cd edifiiii posti sopra queslo fondamento, e però non debbi per lo diletto dello istromento c dello edilìzio lassare il principiale fondamento dell’ onore di Dio e dilezione del prossimo. Lavora adunque, figliuola mia, in qiiel campo che tu vedi che Dio ti chiama a lavorare, e non pigliare pena, nè tedio nella niente tua per quello che t’ ho detto, ma porta virilmente: teme e serve Dio senza te, e non curare poi il detto delle creature, se non d’avere loro compassione!


del desiderio che hai d’uscire di casa e di casaro a Hoiiia, gìlUilo nella volontà dello Sposo tuo;