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I io 6 di Dio? Essene andata nell’affetto della penitenzia, per lo cui mezzo sperava d’avere vita eterna, non avendola più, parnegli essar privato. Questi sono i frutti della indiscrezione: se egli avesse il lume della discrezione, vedrebbe che solamente essare privato delle virtù gli tolle Dio, e col mezzo della virtù, mediante il sangue di Cristo, ha vita eterna. Adunque ci leviamo da ogni imperfezione, e poniamo l’affetto nostro nelle vere virtù, come detto è, le quali sono di tanto diletto e giocondità, che la lingua noi potrebbe narrare. Neuno è che possa dare pena all’anima fondata in. virtù, nè che le tolla la speranza del cielo, perchè ella ha morta in sè la propria volontà nelle cose spirituali, come nelle temporali; e perchè l’affetto suo non è posto in penitenzia, nè in proprie consolazioni o rivelazioni, ma nel sostenere per Cristo crocifisso, e per amore della virtù; unde ella è paziente, fedele, spera in Dio e non in sè, nè in sua operazione. Ella è umile e obbediente a credare ad altrui più che a sè, perchè non presume di sè medesima.
Ella si dilarga nelle braccia della misericordia, e con essa caccia la confusione della inente: nelle tenebre e battaglie trae fnora il lume della fede, esercitandosi virilmente con vera e profonda umilità, e nella allegrezza intra in sè medesima, acciò che’l cuore non venga a vana letizia. Ella è forte e perseverante, perchè ha morta in sè la propria volontà, che la faceva debile ed incostante: ogni tempo li è tempo, ogni luogo li è luogo. Se ella è nel tempo della penitenzia, a lei è tempo d’ allegrezza e consolazione, usandola come strumento; e se per necessità o per obbedienzia il conviene lassare, ella gode, perchè’l principiale fondamento dell’affetto delle virtù non può essare, nè è tolto da lei, e perchè si vede annegare la propria volontà, alla quale ha veduto col lume, che sempre li è necessario di ricalcitrare con grande diligenzia
sollicitudinc!
in ogni luogo trova fora/,ione, perche sempre porta seco il luogo dove Dio abita per grazia, e