Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 4.djvu/103


103

io3 come strumento che elli debba essare ad aumentare la virtù.

IV. La regola è questa, che elli il sottrae dalle delizie e delicatezze del mondo, e della conversazione de’mondani, e dagli la conversazione de’servi di Dio!

levalo da luoghi dissoluti, e hello ne’ luoghi che lo inducono a devozione: a tutte le membra del corpo dà ordine, acciocché siano modeste e temperate: l’occhio non ragguardi, dove egli non debba, ma dinanzi a sè ponga la terra, il cielo: la lingua fugga il parlare ozioso e vano, e sia ordinata ad annunziare la parola di Dio in salute del prossimo, e confessare i peccati suoi: 1’ orecchia fugga le parole dilettevoli, lusinghevoli, dissolute e di detrazione che gli frissero dette, e attenda a udire la parola di Dio ed il bisogno del prossimo, cioè volontariamente udire la sua necessità: così la mano nel toccare o nell’adoperare i piei nell’andare a tutti dà regola; ed acciocché per la perversa legge delia impugnazione che dà la carne contra lo spirito, non si levi a disordinare questi strumenti, pone la regola al corpo, macerandolo con la vigilia, col digiuno e con gli altri esercizj, i quali hanno tutti a raffrenare il corpo nostro; ma attende che tutto questo fa non indiscretamente, ma con lume dolce di discrezione. Ed in che il mostra ? In questo, che ella non pone per principiale affetto suo veruno atto di penitenzia, ed acciocché non cadesse in cotale difetto di ponere per principiale affetto la penitenzia, provvide il lume della discrezione di mantellare 1’ anima con affetto delle virtù, debbala bene usare come strumento a’ tempi ed a’ luoghi ordinati, secondo che bisogna. Se il corpo per. troppa fortezza ricalcitrasse allo spirito, tolle la verga della disciplina, il digiuno, il cilicio di molle gemme, con grande vigilia, e pongli allora de’ pesi assai, acciocché elli stia più trito: ma se il corpo è debile venuto ad infirmità, non vuole la regola della discrezione che faccia così; anco debba non solamente lassare il digiuno, ma mjngi della carne,