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Si allora ci dà Dio il dono della fortezza. Con I’ amore del sostenere si perda il sentimento sensitivo, e così morti morti ci notrichiamo in questo giardino. Quando io vedrò questo, reputarò beala l’anima mia. Io vi dico, dolcissimo Padre, che, o vogliamo noi o no, il tempo d’oggi c’invita a morire. Adunque non mi state più vivo; terminate le pene nella pena, e crescete il diletto del santo desiderio nella pena, acciocché la vita nostra non passi altro che con crociato desiderio, e volontariamente diamo il corpo nostro a mangiare alle bestie, cioè volontariamente per amore della virtù, ci gittiamo nelle lingue e nelle mani delti uomini bestiali, siccome hanno fatto li altri che hanno lavorato morti in questo giardino dolce, e innaffiatelo col sangue loro, ma prima con le lagrime e sudori, ed io, dolorosa la vita mia, perchè non ci ho messa l’acqua ho rifiutato di metterci il sangue. Non voglio più così, ma rinnovellisi la vita nostra, e cresca il fuoco del desiderio.

Voi dimandate ch’io preghi la divina bontà, che vi dia del fuoco di Vincenzio, di Lorenzo e di Paulo dolce, e di quello del vezzoso Joanni, dicendo, che poi farete grandi fatti, e così goderò. Benedico la Verità, che senza questo fuoco non fareste cavelle, nè piccola cosa, nè grande, nè io goderei di voi, e però considerando che egli è così, e io l’ho veduto per prova, m* è cresciuto uno stimolo, con una grande sollicitudine nel cospetto dolce di Dio; e se voi mi foste corporalmente appresso, in verità vi dimostrarci che egli è così, e darevvi altro che parole. Rallegromi e voglio che vi rallegriate; che poiché cresce questo desiderio, egli vorrà compire in voi ed in me, perocché egli è accettatore dei santi e veri desidei, purché voi apriate 1* occhio dell* intelletto col lume della santissima fede, acciochè cognosciate la verità della volontà di Dio, cognoscendola 1‘ amarate, ed amando sarete fedele, e non sarà oburabrato il cuore per veruno inganno di dimonio, V. Essendo fedele farete ogni grande cosa per Dio: