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56 Annotazioni alla Lettera 96.
(zi) Ed a quella dolce Alaria. In più lettere ricorda In santa al suo Fra Raimondo la santissima Madre per esserne questo servo di Dio singolarmente di voto. Allorché la santissima Vergine apparendole glielo assegnò in confessore, tra i molti epiteti di lode pose.
quello di suo divotissimo. A prova del di lui affetto a Maria santissima, rimane fra gli alti; un trattato sopra il Magnificat.
(B) Nella moltitudine delle dimonia eh« bbumbravano ’ tutta la città. Favella del tumulto che suscitossi a Firenze n 22 di giugno dell’anno 1.378, di cni a disteso si favellò nell’annotazioni alla lettera i5, e favellasi dal beato Raimondo q dal Cafiarini nel supplemento alla leggenda di Raimondo. L’Ammirati sembra confermare quello che qui accenna la santa, dicendo le turbolenze che ngitaroo quella città esser state da persone prudenti e religione di quel secolo gin- / dicale gastigo del cielo, e nomina pure Sa santa colmandola delle più alte lodi, e ricordando l’operatosi da lei a prò della repubblica.
(C) Non c’ebbe quasi mate, diciamo di morte d’uomini, dì fuore da quelli che fece, la giustizia. Il beato Raimondo nel rapportare questo fatto, vuole che dal furore del popolo, alcuni di quei che riputav,insi autori o fautori più caldi della legge deH’Ammouire, fossero morti in quella gran confusione; ma la santa asserisce non altri esservi rimasi uccisi da quelli in poi, che dalla giustizia furono tolti di vita Accordas in ciò l’Aramirati, le cui parole sono tali. « Alcuni scrittori dicono cli
furono mandati i rettori e altre magistrati con saldati per tutti i quartieri della città, c che in ciascmi quartiere ne fossero stati impiccati cinque i primi, ch’orano vernili loro alle mani, ma forastleri, e questi per la maggior parte fiammenghi per ispavento della plebe.
(lì) Ma lo Sposo eterno ini fece, una grande beffa. Cioè mi burlò, dandole speranza di rimanervi uccida, tua non permettendone l’effetto, ‘come altrove s’ avvisò.
(E) Siccome Cristojano, ec. Sor Cristoforo di Gano Guidini discepolo della santa; il quale non poche memorie di questa vergine Ita lasciale a’posteri, e nello archivio dello spedale grande di Siena hanno.sì a penna.
(F) Nè murasse una pietra col sangue mio nel corpo mistico di santa Chiesa. Conformasi con tal maniera di favellare al sentimento della Chiesa, la quale nell’ inno per la cont razione dei sagri tempii, fa de* santi martiri tante pietre, onde si fabbrica l.t Gerusalemme celeste. Scalpri salnbris ictibus et tunsione plurima, Jabri polita malleo, fian
saxa molerà construunt.
(G) li dicendo io, io son essa, falle me, ec. Veggasi tutto il fatto nella leggenda del beato Raimondo,
neH’aggiuuta o supplemento ad essa-