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Annotazioni alla Lettera 145.

(A) Ma osservangli mentalmente. L’osservare i consigli di povertà, castità ed ubbidienza mentalmente, a cui tutti sono tenuti, non è altro che avergli in istima, ed essere pronti a mandalli ad effetto ogni qualvolta ad essi ci legassimo cou voto.

(B) Non dice solamente colle labbra, ma coralmente. Cioè dire cordialmente, giacchè come noi da cordiale ne formiamo cordialmente, così dicendosi per gli antichi corale, dicevano poi anche coralmente.

(C) O maledetto vocabolo, il quale regna oggi nella Chiesa di Dio, ec. Il secolo in cui fiorì la santa, vide i perniziosi errori dei beguardi e delle beguine, de’ patarini e de’ fraticelli, che sotto il manto della divozione coprivano le loro nefandità, e con maniere ingannevoli le persone meno accorte a gravissimi falli spesso riducevano. Nè le squisite diligenze, nè i severi gastighi adoperati valsero a schiantarli affatto d’Italia. Di che la santa contro gli speciosi nomi di devoti e devote, onde essi intitolavansi, con tutto ardore si arma pel grave pericolo che persone religiose dall’apparente lustro di divozione non venissero tratte a rovina. Di qual maniera poi volesse ella che le religiose trattassero co’ sagri lor direttori, lo palesò in altra lettera a suor Eugenia sua nipote, e sarà la 159, in cui pure palesa il suo zelo contro a questi perversi vocaboli, com’ella dice de’ divoti e delle divote.

(D) Commettendo attualmente il peccato mortale. Dalla lettera 208 può arguirsi la scandalosa licenza di quel secolo anche in risguardo de’ monisterj di sagre vergini. In oggi vivesi in essi di tal maniera, che più non v’è luogo alle giuste doglianze della santa mercè alla somma vigilanza de sagri pastori, e la pietà si altamente radicata in essi, onde auche fioriscono in tutte le virtù.