Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 3.djvu/293


293

tito è venuto il giardino, nel quale è seminata la puzza della immondizia; ed il corpo che debba essere mortificalo col digiuno e con la vigilia, con la pemtenzia e con la molta orazione, ed egli sta in delizie ed adornato, e con lavamenti di corpo e disordinati cibi, e con giacere non come sposa di Cristo, ma come serva del dimonio e publica meretrice, e con la puzza della disonestà sua corrompe le creature, ed è fatta nemica dell’onestà e de’servi di Dio, ed è trapassatrice dell’ òbbedienzia; ella non vuole legge, nò priora sopra al capo, ma il dimonio e la propria sensualità li è fatta priora; a lei obbedisce e cerca dì servirla con ogni sollicitudine: ella desidera la pena e la morte di cbi la volesse trarre dalla morte del peccato mortale, e tanto è forte questa miseria, che in ogi’i male corre siccome sfrenata e senza il freno della ragione r ella assottiglia lo intendimento suo per compire i suoi disordinati desiderj: il dimonio non ne trova tante, quante ne trovano queste dimoine incarnate!

elle non si curano di fare nuove fatture alli uomini per invitarli a disordinato amore verso di loro; intantochè spesse volte s’ è veduto, che dentro nel luogo che in sè è luogo di Dio, ha fatto stalla, commettendo attualmente il peccato mortale (D). Questa cotale è fatta adultera, e con molta miseiia ha ribellato allo Sposo suo; unde ella cade dalla grande altezza del cielo nel profondo dell’inferno: ella fugge la cella come nemico mortale: ella trapassa 1* offìzio suo; e non si diletta di mangiare in refettorio con la congregazione delle poverelle, ma per viver più largamente e con più dilettezza di cibi mangia in particulaie, ed è fatta crudele a sè medesima, e però non ha pietà d’altrui. Unde nascono tanti inali? dall’amore proprio sensitivo, il quale ha offuscato l’occhio della ragione, unde non cognosce, nè lassa vedere il suo male, nè in quello che ella è venuta, nè in quello che ella viene, se ella non si corregge; perocché se ella vedesse che la colpa la fa serva e schiava di quella