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Annotazioni alla Lettera 90.


(A) Il dì di santo Francesco. Probabilmente dell’anno 1377, in cni era il beato Raimondo in Roma, ed ella starasi o a Siena, o ne’luoghi ad essa vicii.i.

(Z) Fregai una sena di Dio. Cioè la sauta stessa solita di rapportare le grazie che aveva dal cielo, come se ad altre persone concedute fossero.

(C) Ch’era il di di Maria. Cioè il giorno di sabato, cl’*è a culto speziale di nostra Donna, come ad altra occasione pia distintamente Terrà osservalo. * (D) E levando sè sopra di sè. Di questa elevazione di mente accadutale in questi di la santa medesima fucila a lungo nel suo inara’iglioso trattato della divina Provvidenza, detto ancora il Dialogo; cioè dire dal capitolo primo infino al vi-esimo terzo, ove a disteso questi divini misterj ne ha palesati.

(E) Benedicete frate Matteo. Fra Matteo Tolomti del sacro Ordine de’ predicatori, di cui s’ è favellato nelle annotazioni alla lettera 84.

(F) Di siilV isola della Rocca. Questo era un luogo del castello detto la Rocca di Tentennano, che spettava alla illustre famiglia de’Salimbeni di Siena, di cui si favellerà nd altra occasione.

(G) Con darmi V attitudine dello scrivere. Di questo prodigioso avvenimento d’ apprendere per magisterio celeste a scrivere si favella per opera del signor Girolamo Gigli nell’annotazioni o aggiunta alla leggenda della santa. Ciò le avvenne l’anno iS/", e non prima, poiché, cornea disteso ^ ien rapportalo dal signor Gigli, la pri ma delle lettere, ch’ella di sua mano scrivesse, fu una, che indirizzò al beato Stefano flaconi, il quale uon ebbe di lei conoscenza innanzi all’anno 1376, in cui n andò la santa ad Avignone, e del mese d’ ottobre era di viaggio inverso la Toscana col beato Raimondo; onde tntlociò qui rapportasi si intorno alle rivelazioni, si all’apprendere a scrivere, si dee portare nell’anno seguente 1377.

Già molto prima impreso eila avea a leggere, essendole*" pure il cielo di maestro, come a ha dalla sua leggenda. Del resto non può recar meraviglia che la santa, ancorché d’ onorevole famiglia non fosse stala ammaestrata, chi ponga mente all’infelicità di quc’tempi e alla generale ignoranza, coraechè qua e là fosse fiorito alcun nobile ingegno. Ma di più alti ammaestramenti, che non sooo il leggere e scrivere era stata illustrata la mente di santa Caterina dallo Spinto Sanlo, come ben egli si può vedere, e dal suo libro del D ialogo, e da queste sue Lettere si piene di celeste dottrina e di santi ammaestramenti, che ben vedasi per ognuno esere elli stata dottrinata dal cielo de’più alti misterj di nostra fede, e di