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Annotazioni alla Lettera 111.
(A) Va cristiani falsi membri e putridi. Cioè da’popoli ribelli alla Chieda, e da quei che le aveano mossa gneira al tempo di Gregorio \l, e che perciò erano incorsi nelle «agre censore del pontefice.
(Z?) Con questa persecuzione adempie la volontà sua. I disordini dell Italia, cioè la ribellione delle città ch’erano soggette alla Chiesa, e la guerra della repubblica di Firenze col pontefice ebbero gran parte in fare che Gregorio XI desse ad effetto l’antico proponimento di rimettere la sedia apostolica nella città di Roma dopo esserne stata settanf anui in Aviguone.
(C) Sopra i fatti del santo passaggio. Assai volte s’ è accennato come sempre il pontefice Gregorio \l ebbe in cuore la gnerra contro agl’ infedeli, dandosi talora qualche principio ad alcuna spedizione di genti alla volta dell’Oriente, ma senza vernn buon effetto. In qneste imprese dierono prove grandissime del loro valore i Sanesi, essendovi andati non una sola volta a guerreggiare gli infedeli, ftella prima mossa delle armi cristiane si segnarono a croce mille Sanesi, o come altri scrivono dne mila capitanati da Bonifacio Gricci nobile di questa città, e si unirono alle geni’, che conduceva il bravo Boemondo principe di Calabria e di Puglia. Cinquecento giovani nobili vi passarono Panno 1146, seguendo le insegne delTimperadore Corrado e del re Luigi il giovine di Francia.
Altri 5oo della nobiltà più fiorita a proprie spese si crociarono Panno 11S7, andandone nell’armata pisana a lavorare i disegni dell’ i inperadore Federigo I, avendo per condottieri dne de’pritni signori di questa città Giovanni Ugorgieri e Stefano Aldobrandini degli Arsocchi. Il 1217, a’conforti del pontefice Onorio HI, che scrisse a quesl’effetto un breve a questo pubblico, tolsero la croce 900 Sanesi comandati da Guido del palazzo de’Bandintlli, che fu pel suo valore fatto cavaliere, e ne ottenne la palla azzurra, enlroii un cavaliere armalo in atto di correre la lancia, da aggingnere all’arma gentilizia. In ulti no il pontefice Pio lì, mentre «li persona volea fare il passaggio accompagnalo da buon numero de’suoi concittadini sMiesi, mancò di vita in Ancona, e con esso si morirono le speranze della cristianità afflitta, che tutto si prometteva del coraggio e dalla prudenza di si degno pontefice.
(D) Di quello eli e fallo e fa qui, ed è per fare. Si portò santa Caterina del t3)5 a Pisa, non pel suo viaggio d’Avignone, come ad allro Inogo s’avvrsò, ma alle calde istanze di molte divole persone e d’ordine di Cristo Signor nostro, come riferiste il beato Raimondo; e v’ indugiò parecchi de’ mesi alle preghiere di quell arcivescovo che n’aiea rirhiesto lo stesso generale, come ella ac-