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26 cieco, che col tallo della mano, ed alcuna volta col sapore del gusto, ed alcuna volta col suono della voce vorrà giudicare in bene ed in male, secondo il suo infermo e piccolo cognoscere; e non si vorrà attenere a colui che ha lume, ma come matto vuole andare col sentimento della mano, che è ingannala nel suo toccare, perchè non ha lume in discernere il colore; e così il gusto s’ inganna, perchè non vede l’animale immondo che si pone in sul cibo. L’ orecchia è ingannata nel diletto del suono, e perchè non vede colui che canta, il quale con quello suono non guardandosi da lui per lo diletto, gli può dare la morte!
così fanno costoro quasi come acciecati e perduto il lume della ragione, toccando colla mano del sentimento sensitivo i diletti del mondo gli pajono buoni, ma perchè egli non vede, non s’agguarda, che elli è uno panno ammischiato di molte spine e di molta miseria di grandi affanni, intanto che’l cuore che lo possiede è incomportabile a sè medesimo; così la bocca del desiderio, che disordinalamenle l’ama, gli pajono dolci e soavi a prenderli, eve su l’animale immondo di mólti peccali mortali, che fanno immonda l’anima; unde se elli non va col lume della fede a purificarla nel sangue, n’ha morte elernale: l’udire e l’amore proprio di sè, che gli fa un dolce suono, perchè l’anima corre dietro all’amore della propria sensualità; ma perchè non vede è ingannala dal suono, e trovasi menalo nella fossa legato col legame della colpa nelle mani de’ nemici suoi, perocché come acciecati del proprio amore, e con la fidanza che hanno posta nel loro proprio amore e sapere, non s’ attengono a me, che so’via e guida loro, e io’ vita e lume, e chi va per me non può essere ingannato, nè andare per la tenebre. Non si fidano di me, che non voglio altro che la loro santi-’ fica ’/ione, e lo’ do e permetto ogni cosa per amore, e sempre si scandalizzano in me, ed io con pazienzia gli porlo e gli sostengo, perchè io gli amai senza essere amalo da loro; ed essi sempre mi perseguitano con