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more ed il desiderio suo, e diventa amatore della somma ed eterna Verità, intanto che non. può, nè vuole amare altro, nè desiderare se non Cristo crocifisso, e non gli diletta altro, se non di portare gli obrobrii e le pene sue, e tanto gli diletta e gli piace, che elli ha sospetta ogni altra cosa: le pene, gli scherni, e le persecuzioni del mondo e del dimonio se le reputa gloria a sostenere per Cristo.

II. Accendete dunque, accendete il fuoco del santo desiderio, e ragguardate l’Agnello svenato in sul legno della santissima croce; perocché in altro modo non potremo mangiare a questa dolce e venerabile mensa!

fate, che nella cella dell’anima vostra stia sempre piantato e ritto l’arbore della santissima croce, perocché a questo arbore coglierete il frutto della vera obbedienzia, della pazienzia e della profonda umilità, e morrà in voi ogni piacimento ed amore proprio, ed acquistarete la fame d’essere mangiatori e gustatori dell’anime, vedendo che per fame della salute nostra e dell’ onore del padre eli» s’è umiliato e dato sè medesimo all’obbrobriosa morte della croce, siccome pazzo ebbro ed innamorato di noi (./?). Or questa è la pasqua che io desidero di fare con voi.

III. E perchè abbiamo detto, che dobbiamo essere mangiatori e gustatori dell’anime, questo desidera l’anima mia di vedere in voi, perchè sete banditore della parola di Dio: voglio dunque che siate uno vasello di elezione pieno di fuoco d’ardentissima carità a portare il dolce nome di Jesii, e seminare questa parola incarnata di Cristo nel campo dell’anima; ma iuvitovi, e voglio, che. ricogliendo il some, cioè, facendo frutto nelle creature, "voi il riponiate nell’onore del Padre Eterno, cioè, dando l’onore e la gloria a lui, e perdendo ogni gloria e piacimento di voi medesimi, perocché altrimenti saremo ladri, e furarono quello che è da Dio, e daremolo a noi, ma credo cli

perla grazia di Dio questo non tocca a noi, che certa mi pare essere, che il primo movimento e principio è solo per