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al fuoco della divina carità ed allo spedone della santissima croce. 0 cibo suavisissimo pieno di gaudio e di letizia, e consolazione. In te non manca cavelie, perocché all’anima che ti serve in verità, tu gli se’fallo mensa, cibo e servitore: bene vediamo noi che il padre c’è una mensa, ed è letto dove l’anima si può riposare; e vediamo il Verbo dell’ unigenito suo figliuolo che l: s’è dato m cibo con tanto fuoco d’amore.

Chi le l’ha porto? il servitole dello Spirito Santo, e per lo smisurato amore che egli ci ha non è contento che siamo servili da altri, ma esso medesimo vuole essere il servitore. Ora a questa mensa desidera 1’ anima insiememenle con voi di far pasqua prima che io muoja, perocché passata la vita non la potremo fare; e sappiate, figliuolo mio, che a questa mensa ci conviene andare spogliati e vestiti: spogliati dico d’ oj ni amor proprio e piacimento del mondo, di negligenzia, e d) tristizia e di confusione di mente, perocché la disordinata tristizia disecca l’anima; e dobbianci vestire dell’ardentissima sua carità; ma questo non possiamo avere se l’anima non apre l’occhio del cognoscimento di sè medesima, sicché vegga sè 11011 essere e come siamo operatori di quella cosa che non è, e perchè noi non cognosciamo in noi la infinita bontà di Dio, perocché quando 1’ anima ragguarda il suo Creatore e tanta infinita bontà quanta trova m lui non può fare che non ami, e 1 amore subito il veste delle vere e reali virtù, ed innanzi eleggiarebbe la morte che far cosa contraria a colui che elli ama, ma sempre cerca con sollicitudin

di far cosa che gli sia in piacere, unde subito ama ciò che elli ama,,ed odia ciò che egli odia, perocché per amoie egli è fatto un altro lui. Questo è quello amore che ci tolle ogni negligenzia, ignoranzia e tristizia, perocché la memoria si leva a fare festa col padre, ritenendo nella memoria sua i benefìzj di Dio, lo intendimento col figliuolo, unde con sapienzia, e lume, e cognoscimento cognosce, c ama la volontà di Dio, e leva subito l’a*