Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 3.djvu/183


183

183 dicendo per inganno di loro medesimi ingannati dalla propria volontà, la quale si chiama voluntà spirituale.

Io vorrei questa consolazione e non queste battaglie, nè molestie del dimonio, non già per me, rua per più piacere ed avere Dio; perchè meglio melo pare avere in questo modo che in quello. E per questo modo spesse volte cade in pena ed in tedio, e diventane incomportabile a sè medesimo, e così offende il suo stato perfetto, e giacevi dentro l’odore della superbia e non se ne avvede; perocché se elli fusse veramente umile e non presuntuoso, vedarebbe bene che la prima dolce Verità dà lo stato, il tempo, il luogo e consolazione e tribolazione, secondo che è necessità alla salute nostra, ed a compire la perfezione nell’anima alla quale è eletto; e vederebbe che ogni cosa dà per amore, e però con amore e con riverenzia debba ricevere ogni cosa, siccome fanno e secondi che sono in questo dolce e glorioso lume, e quali sono perfetti in ogni stato che sono, ed in ciò che Dio permette a loro, ogni cosa hanno in debita reverenzia, reputandosi degni delle pene e delli scandali del mondo, e d’essere privati delle loro consolazioni; e come si reputano degni delle pene, così si reputano indegni del frutto che seguita della pena: costoro nel lume hanno conosciuta e gustata l’eterna volontà di Dio, la quale non vuole altro che lo nostro bene e che siamo santificati in lui; e però le dà, e poiché l’anima l’ha cognoscinta, se n è vestita, e non attende ad altro, se non a vedere in che modo possa crescere e conservare lo stato perfetto suo per gloria e loda del nome di Dio; e però apre l’occhio dell’intelletto nell’obietto suo Cristo crocifisso, il quale è regola, via e dottrina a’perfetti ed all imperfetti, e vede lo innamorato Agnello che gli dà dottrina di perfezione, e vedendolo se ne innamora. La perfezione è questa, che il Verbo del Figliuolo di Dio si notricò alla mensa del santo desiderio dell’onore del padre e della salute nostra, e con questo desiderio corre con grande sollicitnd’ne