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e non si scandclizza in Dio, nò in sè, nè nel prossimo suo; ma ha presa l’arme a uccidere questo perverso sentimento, il quale conduce 1’ anima a tanto miserabile male che li lolle l’essere della grazia, e dalli la morte, tornando a non caselle, perchè è privata di colui che è. Tolie dunque il coltello, che è 1 arme con che si difende da’nemici suoi, e con quello uccide la propria sensualità; il quale coltello ha due tagli, cioè odio ed amore, e menalo con la mano del libero arbitrio, il quale cognosce che Dio gli ha dato per grazia e non per debito, e con esso coltello taglia ed uccide. Or a questo modo, figliuolo, partecipiamo la virtù del sangue ed il calore del fuoco, il quale sangue lava, ed il fuoco consuma la ruggine della colpa ed uccide il vermine della coscienzia: non uccide propriamente la coscienzia, la quale è guardia dell’anima, ma il vermine della colpa che v* è dentro. In altro modo, nè per altra via non potremo giognere a pace ed a quiete, nè gustare il sangue dell’immacolato Agnello. E però vi dissi, ch’io desideravo di vedervi bagnalo ed annegato nel sangue di Cristo crocifisso.
Dunque levatevi su, e destatevi dal sonno della negligenzia, ed annegate la propria perversa volontà in questo glorioso prezzo, e non vi ritragga timore servile, nè amore proprio, nè detto delle creature, nè mormorazione, nè scandalo del mondo; ma perseverale con virile cuore, e guardate che voi non facciate come i matti; e se voi l’avete fatto, sì ve ne dolete di scandalizzarvi nei servi di Dio, o mormorare delle loro operazioni, perocché questo è uno de segni che la volontà non è morta: e se ella è morta nelle cose temporali, non è anco morta nelle spirituali. Vogliate dunque che in tutto muoja ad ogni suo parere, e viva in voi la dolce eterna volontà di Dio, e di questa siate giudice, siccome dice la nostra lezione. Altro non dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio.
IV. Scriveslemi che il figliuolo non poteva stare senza il latte ed il fuoco della mamma, mule se ne