trajamo la brusca dall’ occhio, sicché rimanga chiaro, acciocché cognosciamo questo falso nemico: fuggasi la volontà che non consenta alle cogitazioni del cuore, e ritraggasi il corpo, che in tutto si levi dal luogo e daila presenzia della creatura. Oimè, oimè, attachianci all’arbore della croce, e ragguardiamo l’Agnello svenato per noi, ed ine racquistiamo il fuoco del santo desiderio, e con esso desiderio ritroviamola madre nostra della santissima ed umile orazione, fede*e e continua; altrimenti sarebbe madre senza latte, e non notricarebbe 1 figliuoli delle virtù, nè l’anima colla dolcezza sua: subito cbe averemo ritrovata questa madre, riaveremo la misura della carità di Dio, con la quale ci conviene misurare 1’ affetto e 1’ amore che abbiamo alla creatura che ha in sè ragione: saremo fatti forti, tolta sarà da noi ogni debilezza, e saremo virili perchè sarà spento in noi il piacere femminile,k che fa il cuore pusillanime: privati saremo delle tenebre ed andaremo per la luce, seguitando la dottrina di Cristo crocifisso, tutti fortificati con lo scudo della santissima fede: staremo nel campo della battaglia, non rifiutando fadiga, nè mai volleremo il capo in dietro, ma con longa perseveranzia, senza alcuno timore servile, con timore santo vedendo i nostri nemici debili, e noi fatti forti dalla somma fortezza e nella perseveranzia, vedremo la corona della gloria apparecchiata non a chi solamente comincia, ma a chi persevera infino alla fine, e però essendoci 1’ anima vestita di fortezza, è perseverante, altrimenti no; per la qual cosa io vi dissi ch’io desideravo di vedervi vero combattitore, acciocché meglio potiate compire la volontà di Dio ed il desiderio mio, e sovvenire.alla vostra necessità. Ponetevi il sangue di Cristo dinanzi all’ occhio dell’ intelletto vostro, sicché vi faccia inanimare alla battaglia. In questo glorioso sangue s’anneghi la volontà, acciocché muoja, e come moria non consenta alle malizie del dimonio, nè delle creature, nè alla fragile carne, e fuggite il luogo, se voi avete cara la vita deU’aniaia vostra: fatto quealo non