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I(il voi mi potreste dire: poiché tu vuoi, ch’io sia cavaliere virile, ed io sono nel campo della battaglia combattuto da molti nemici, arme mi conviene avere, dimmi, che arme io prenda? rispondovi, ch’io non voglio che siate disarmato; ma voglio, che abbiale l’arine di Pauluccio (B), che fu uomo come voi, cioè la corazza della vera e profonda umilità, la sopravesle della ardentissima sua carila (C), che come la corazza è unita colla sopraveste, e la sopraveste colla corazza, così l’umililà è balia e nutrice della carità, eia carità nutrica l’umilila. Questa è l’arme, che io vi do, perocché ella riceve i colpi che assai può gittare il dimonio, il mondo e la carne, saette tanto avvelenale, che ce ne coglia neuna, perocché l’anima innamorata di Cristo crocifisso non riceve in sè saetta di peccato mortale, cioè per consentimento di volontà: egli è di tanta fortezza, che nè dimonio, nè creatura il può costringere più che si voglia: anco vi conviene avere in mano il coltello per difendervi da’nemici vostri; ed abbi due tagli, uno taglio di odio di dispiacimento di voi medesimi, e del tempo passalo speso con poca sollicitudine di virlè, e con molta miseria ed iniquità ed offese del nostro Salvatore.

Dobbiamo odiare questa offesa, e noi medesimi, che abbiamo offeso, perocché la persona, che ha concepulo uno odio, vuole fare vendetta della vita passata, e sostenere ogni pena per amore di Cristo, e scontamento di peccati suoi, vendicando la superbia coll’umilità;la cupidità ed avarizia con la larghezza

carità; la libertà delle proprie sue volontà coll’obedienzia. Queste sono le sante vendette che noi dobbiamo fare, quando portiamo quello coltello dell’odio e dell’amore: ma io godo ed esulto delle gloriose novelle che io ho udite di voi, che mi pare che abbiale fatta la vendetta della libertà, essendo andato al giogo dell’obedienzia santa.


Non potevate fare meglio, che d’avere renunziato al mondo ed a’ diletti e delizie sue, ed alla propria volontà.

» II. Pregovi per l’amoie di Cristo, crocifisso, che vi-