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143 Questo parbe, che volesse dire la dolce bocca della Verità insù legnò della santissima croce, quando disse!

fu tnanus tuas Domine commendo spiritimi meum. O Jesù dolce tu se’ nel Padre, ma non noi, perocché come membri putridi per Io peccato eravamo privati della grazia, sicché fu detta per noi, perocché la stretta compagnia che fece coll’uomo, che divenuta una cosa con lui, reputava suo quello che era nostro. 0 fuoco d’amore, io non voglio dire più, perocché non nn ristarei infino alla morte, se non che io vi vegga segato per mezzo. Ricevetti la vostra lettera ed intesi ciò, che diceva del dubbio che avete, ratto per la grazia di Dio ci dichiararemo insieme. Son certa, che la divina providenzia non vi farà stare senza frutto, non tallendolo con la vostra coscienzia, ma largo ed in perfetta umilità: così voglio e prego teneramente come figliuolo che facciate, ed io come misera, miserabile madre v* offerirò e terrò dinanzi al Padre Eterno Dio, e se mai fui affamata dell’anima vostra, singularmente sono il dì d’oggi: in questa pasqua ve ne sete potuto avvedere, ed ogni dì è questa pasqua, unde non potete stare senza me, che continuamente per santo desiderio non sia dinanzi da voi.

III. Dell’andare a Roma, credo che Dio per sua grazia vi ci mandarà, perocché veggo la volontà di frate Tomaso inchinata a ciò. Il nostro Cristo in terra ne viene tosto (A), secondo che io intendo, per la quale cosa io vi prego e costringo che ne veniate il più tosto che potete; mandastemi a dire, che era morto misser Nicolajo (B) e monna Lippa; honne avuta grande letizia pensando che ogni cosa è fatta con providenzia di Dio.

Sappiate se monna Lippa, avesse lassato per testamento cavelle, e se ne poteste avere cavelle per santa Agnesa, ingegnatevene, perocché hanno grande bisogno. Hoscritlo a Monabilia ed a Maddalena (C), il vescovo non mi risponde mai (D); e però vi prego, che v’andiate e costringiate di fare quello che io gli scrissi, e dia a voi quella quantità che può, sforzando il potere, pe-