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ilnnotasionì itila Lettera 114.

(.4) Quando era baccelliere a Pisa. I) grado di baccelliere è inferiore a quello di maestro; e d’esso alcuna cosa osserverasìi nelle annotazioni alle lettera ia5. Salì poi egli anche al grado di maestro in divinità dopo,d’aver letto pubblicamente nell’università di Bologua, in tempo che l’onore di maestro aveasi in pregio maggiore a qnello io cui abbiasi a’ di nostri. .

(/?) Io son fuoco e voi le faville. Queste non sono espresse nel sagro Vangeli*), onde perciò la santa non pone la voce du e, ma bensì queste parbe che dicesse. In più d’un luogo dulie sagre Scritture Iddio é detto fuoro; e fuoco pure io alcuni appellami i servi suoi, ma non faville. Onde dovrà dirsi che la santa rapporta le parole a sè dette da Dio in alcuna elevazione di mente, cbe si frequenti le accadeano, secondo cbe e usala a fare non di rado.in queste Epistole.

(C) Dite a fiat* Tomaso. Cioè a Fra Tomaso d’Antonio Nacci Caflariui, eh’ era in Pisa con Fra Bartolomeo, come s’ ha dalla lettera 117.

(D) Ed to riceverò il corpo dolce del Figliuolo di Dìo spiritualmente da voi. Della comunione spirituale cbe si fa dalle anime dii ole con vivo desiderio di cibarsi realmente del pane celeste, favella il sagro Concilio di Trento con multa laude; e d’essa pure a lungo trattano i maestri di spirito, e singolarmente il padre Alfonso Rndriguez, e ’I padre Francesco Arias.

(E) Pormi che vi sia la mortalità. La lettera sarà del 1374 n cui fu grandissima morìa per tutta la Toscana.

(/’’) Monna Gemmina. I11 iiii breve d’Urbano VI de’29 di marzo del 138o, in cni concede indulgenza plenaria in articolo di morte, forse ad istanza della santa a cinquanta terziarie delPOrdine di s. Domenico, truorasi nominala Monti i («emmiiia figliuola di Francesco.

Di essa pure trivellasi dal beato llaimoudo uella leggenda, dove racconta come per la saula fu lurujta prodìgiósauieute iu sjuità. ’