Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 3.djvu/13


13

che per ammirabile modo queste tre abitazioni 1* una non impediva 1’ altra, ma una condiva l’altra, siccome il sale l’olio condisce e fa perfetta la cucina, così la conversazione delle dimonia per umilità ed odio,

la fame e la conversazione della santa Chiesa per amore e desiderio mi taceva stare e gustare nella vita durabile co’veri gustatori: non voglio dire più. Pensate che io scoppio e non posso scoppiare.


IV. Dicovi no\e!le del mio padre frate Tomaso (//), che per la grazia di Dio con la virtù ha vinto il dimoino!

egli è fatto tutto un altro uomo, che non soleva essere: in grande affetto ed amore si riposa il cuore suo. Pregovi che Ji scriviate alcuna volta, manifestando voi medesimo. Fate festa, che i miei figliuoli smarriti sono ritrovati e tornati al gregge, esciti sono delle tenebre: nullo è che mi dica cavelle più che io mi voglio fare. Io Catarina, indegna vostra figliuola, addimando la vostra benedizione, raccontandovi tutti i miei figliuoli e figliuole, che voi n’abbiate buona O D 7 cura, che il lupo infernale non me ne loglia neuno.

Credo che Neri verrà costà (i), perchè mi pare che sia bene di mandarlo a corte: informatelo di quello che la bisogno d’adoperare per la pace di questi membri putridi (K); che sono ribelli alla santa Chiesa, perocché non si vede più dolce rimedio a pacificare l’anima e’1 corpo che questo: di queste e deli altre cose che bisognano, farete sollicitamente, attendendo sempre all’onore di Dio e non a veruna altra cosa; nondimeno, perchè io vi dica così, fate ciò che Dio vi fa fare, e ciò che vi pare, che sia il meglio, o di mandarlo o no. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore.