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I 26 su questo canale gli è manifestalo il secreto del cuore.

Questo sangue è uno vino che inebbria l’anima, del quale quanto più beve, più ne vorrebbe bere, e non si sazia mai, perocchè’l sangue e la carne è unita con 10 infinito Dio. 0 figliuolo dolcissimo in Cristo Jesù, corriamo con sollicitudine a questa mensa: adempite 11 mio desiderio in voi, sicché io faccia la pasqua come detto è, e fate come colui che molto beve, che inebbria e perde sè medesimo, e non si vede, e se’l vino molto gli diletta, anco ne beve più, intanto che riscaldato lo stomaco dal vino noi può tenere, e sì il vomica fuore. Meramente, figliuolo, che in su questa mensa noi troviamo quésto vino, cioè il costato aperto del Figliuolo di Dio: egli è quello sangue che scalda e,caccia fuore ogni freddezza, rischiarala voce di colui che beve,

letifica l’anima.ed il cuore: perocché questo sangue è sparto col fuoco della divina carità, e scalda tanto l’uomo che gitta sè fuore di sè, e quinci viene che non può vedere sè per sè, ma sè per Dio, e Dio per Dio ed il prossimo per Dio; e quando egli ha bene bevuto, ed elli il gitta sopra il capo de’ fratelli suoi, ed ha imparato da colui che continuamente in mensa versa non per sua utilità, ma per nostra. Noi dunque, che mangiamo alla mensa predetta, conformandoci col cibo, facciamo quello medesimo non per nostra utilità, ma per onore di Dio e per la salute del prossimo, e per questo sete mandato. Confortatevi dunque, perocché questo fuoco vi darà la voce e torrà la fiocaggine.


Se’io potrò, vi verrò molto volentieri: richiàmalevene a Cristo che mi faccia venire.. ’ s t - IL Dite a missere Biringhiere (A), che si conforti in Cristo Jesù, e ragguardi la brevità del tempo ed il prezzo che è pagato per lui: io il verrò a vedere, se iò potrò. Dite a frate Simone, che io tonò la fune della ’carità, e terrollo legato al pclto suo, siccome la madre il figliuolo.» Sono consolala di’questo prete., perocché pare che abbi buona volontà: menitelo a’frati di monlo Olivelo. e sbrigatelo da conciare il più tosto