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lo sposo alla sposa sua, che non può sostenere che abbia alcuna amaritudine, ma trova nuovi modi per darli letizia; così pensate, padre, che fece il Verbo somma, eterna ed alta deità, che mi donò tanta letizia, che eziamdio le membra del corpo si sentivano dissolvere, disfare come la cera nel fuoco: l’anima mia faceva allora tre abitazioni, una coii le dimonia per cognoscimento di me, e per le molte battaglie,

molestie e minacce, le quali mi facevano, che non restavano punto di bussare alla porta della mia coscienzia; ed io allora mi levai con uno odio, e con esso me n’ andai nell’ inferno, desiderando da voi la santa confessione; ma la divina bontà mi die’più che io non addimandavo, perocché dimandando voi, mi die’sè medesimo (E), ed egli mi fece l’assoluzione e la remissione de’peccati miei e vostri, repetendo le lezioni per altro tempo dette, ed obumbrandomi d’uno grande fuoco d’amore con una sicurtà sì grande e purità di mente, che la lingua non è sufficiente a poterlo dire, e per compire in me la consolazione diemmi l’abitazione di Cristo in terra (jF), andando come si va per la strada, così pareva che fussc una strada dalla somma altezza Trinità eterna, dove si riceveva tanto lume e cògrioscimento nella bontà di Dio, che non si può dire, manifestando le cose future, andando e conversando tra’veri gustatori, e con la fameglinola di Cristo in terra vedevo venire novelle nuove di grande esultazione e pace, udendo la voce della prima dolce Verità che diceva: Figliuola mia, io non sono spregiatore de’veri e santi desiderj, anzi ne sono adempitore!


confortati dunque e sia buono istrumento

virile ad annunziare la verità che sempre sarò con voi: parevami sentire espilazione del nostro arcivescovo (G)!


poi quando udii 1’ effetto secondo che mi scriveste, aggiunsemi letizia sopra letizia. 0 figliuolo mio dolce, fovvi manifesto 1’ ostinato ed indurato mio cuore, acciocché ne dimandiate vendetta e giustizia per me, che non scoppia e sfenda tanto caldo d’amore. Oimè,