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118 passimo quello bene ehe aveva in sè medesimo, ma per lo peccato d’Adam non s’ adempiva il desiderio suo. Costretto dunque Dio dal fuoco della divina carità, mandò il dolce verbo incarnato del Figliuolosuo a ricomprare l’uomo e trarlo di servitudine, ed il Figliuolo corre e dassi all’obbrobriosa morte della croce, ed a conversare co’peccatori e co’publicani, e scomunicati, e con ogni maniera di gente, perocché alla carità non si può ponere legge nè misura, e non vede sè, nè cerca le cose sue proprie. E perchè il primo uomo cadde dell’altezza della grazia per l’amore proprio di sè medesimo; però fu di bisogno che Dio usasse uno modo contrario a questo, e però mandò questo Agnello immaculato con una larga ed ineffabile carità, non cercando sò,-ma solo 1’ onore del padre e la salute nostra. 0 dolce ed amoroso cavaliere, tu non ragguardi nè a tua morte, nè a tua vita, nè a tuo vituperio, anzi giochi in su la croce alle braccia con la morte del peccato, e la morte vince la vita del corpo tuo, e la tua morte distrusse la morte nostra.

La morte n’ è cagione, che voi vedete, perocché l’occhio suo non si riposava, se non nell’onore del padre suo, ed ino adempie il desiderio suo in noi, cioè, che noi godessimo Dio per lo quale fine egli ci creò. O carissimo e dolcissimo mio figliuolo, io voglio che vi conformiate con questo \erbo; il quale è nostra regola, e de*santi che Y hanno seguitato, e cosi diventarete una cosa, con lui, e participarete la sua larghezza

noti la stremi là: dicovi dunque, come detto è, che se T anima non si leva, ed apre 1’ occhio, e pongasi per obietto la smisurata bontà ed amore di Dio, il quale dimostra alla sua creatura, mai non verrebbe a tanta larghezza e perfezione, ma sarcbhe tanto stretto, clic non vi capirebbe nè sè nè’l prossimo: e però vi dissi e voglio che stiate annegato ed allocato in lui, ragguardando sempre rocchio dolce della sua carità, perocché allora perfettamente amarete quello che elli ama, ed odiarete quello che elli odia: levate