Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
101 |
101 Annotazioni alla Fletterà 103.
(J) Questa lettera è come una continnazione della precedente, ed a cagione delle rivelazioni che in essa si contengono, è in buona paite rapportala e spiegata da Fra Ambrogio Politi, dello Caterino, nel compendio che scr.ase della vita di questa.Tergine.
(/) lo permeilo, che con modi e quali elli tiene senza modo e col timore, ec. Delle maniere aspre tenutesi per Urbano, favellano tutti gli autori, onde anche dalla santa r’ebbe amorevole correzione -, come può vedersi dalla lettera ventura.
(C) Ma altri verrà, ec. Di questo pontefice, cbe con maniere piacevoli era per dare alcnn rimedio alle gravi infermità della Chiesa, favella il Caterino al luogo accennalo di sopra. Questi potè essere il pontefice Paolo III, per cui opera ni die’ principio al s^gro concilio di Trento; per le cni sante ordinazioni, tolti via i diversi abusi, la Chiesa e la pontificia dignità fu tornata all’antico decoro. (D) Perocché egli ha santa e buona intenzione. Da queste parole ben ve desi non essere stato Urbano VI, almeno ne primi anni del pontificato, qnale cel dipingono gli antori del partito di Clemente; tua di ciò più a luogo ad altro luogo favelleremo.
(E) Il dì che in sè fa sposata /’ anima mia. Di qnesto celeste sposalizio favellasi a disteso dal beato Baimondo. Ciò accaddt.le il giorno ultimo di carnovale, come s’avrerte nella seconda parte del primo tomo.
(F) Io non ho che dare nitro, se non quello che tu hai dato a me. Favella del cuor toltole prodigiosamente da Cristo Signor nostro, che altro le ne dette, come s* ha nella citata leggenda.
(G) Che ci ha posti nel campo della battaglia. Cioè a combattere e dare la fuga a’demonj, che a tntto potere sommovevano i Romani, accendendoli a sedizione e a dar morte al pontefice, come fu detto. ’ S. Caterina. Opere» T. V.
7