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84 verrà nella mormorazione, e se voi raguarderete bene di questi tre, 1’ uno non é senza 1’ altro.’ Non h dunque da dubitare, cbe esso fatto che la radice dell’amóre proprio non è morta in noi l’occhio è.tenebroso,, e tutti i frutti delle virtù sono.imperfetti, perocché ogni perfezione procede da occidere la voluntà sensitiva, e dar vita alla ragione nella dolce voluntà di Dio. Sicché dunque, essendo viva ed imperfetta, subito’ e disobbediente contra Dio e contra il prelato suo, perocché se elli fosse obbediente, porterebbe.la disciplina di Dio e quella del prelato con debita reverenzia; ma perchè elli non è obbediente, ma è’disobbediente con voluntà viva, però viene ad impazienzia verso di Dio ed a disobbedienzia; perocché voluntà di Dio è, che boi portiamo con pazienzia ogni disciplina, da qualunque lato egli ce là concede, e con vera pazienzia riceverle da lui con quello amore, che elli ce le, dà; perocché ciò che elli dà e permette a noi, è per nostra santificazione, e però con amore le doviamo ricevere. Onde non facendo così, siamo disobbedienti a lui e cadiamo nella mormorazione, ed in uno giudicio con una tenerezza di noi medesimi, con una superbia ed infidelità di volere eleggere di servire a Dio a nostro modo, perocché se in verità credessimo, che ogni cosa che è procede da Dio, eccetto il peccato, e che egli non può volere, altro cli
l nostro bene, il quale vediamo e gustiamo nel sangue di Cristo crocifisso, perocché se elli avesse voluto altro che la nostra santificazione,-non ci averebbe dato sì fatto ricompratore; dico che se questo credessimo in verità, che il lume della fede non fosse offuscato con l’amore proprio di noi, saremmo obbedienti e riceveremmo con reverenzia quello che elli ci dà, e giudici!reminolo in nostro ben dato’a noi per amore c non per odio, come olii è; ma perchè ci è la in fidelità, però riceviamo pena e siamo impazienti delle pene che noi sosteniamo, e disobbedienli verso il prelato, giudicando Ih voluntà del prelato e non la voluntà di Dio in lui;