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8i A D. JAC0310 MONACO DELLA CERTOSA NEL MONASTERO DI PONTlGNANO PRESSO A SIENA (A).

1. L’ esorta alla virtù della pazienzia, dimostrando rome da essa si conosce se vi siano nell’ anima l’altre virtù, e specialmente se sia estinto I’ amor proprio o no. .

II Di d ne specie d’ impazienza, e loro effetti, e particolarmente deH’infedelità, e diiobbed«enza e mormorazione che da esse procedono.

HI. Dei frolli della vera pazienza.

IV. Dell’amor proprio d’alcnni monaci più imperfetti, e del modo di correggerlo.

V. Cbe non si dere giudicare da noi i serri di Dio, attesa la varietà, ed i modi diversi cbe sono fra loro; ma vedendo qualche difetto si deve compatire e portare dinanzi a Dio, e polendo, correggerlo.

Sviterà 00.

Al nome di fcsà Cristo crocifisso

di Maria dolce.


I. ilarissimo padre e figliuolo in Cristo dolce Jesù.

Io Catarina, serva e schiava de’servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi fondalo in vera e santa pazienzia, la quale pazienzia dimostra se le virtù sono vive o no nell’a-» nima: la pazienzia non si prova se non nel tempo della fatica, perocché senza la tribulazione non si trova questa virtù, che chi non è tributalo, non gli bisogna pazienzia, perche non ha chi gli faccia ingiuria. Dico, S. Caterina da Siena. Opere. T. IV. 6