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che grande necessità è a noi averle, perocché senza esse caderemo in ruina; ma elle ci fanno conoscere noi medesimi, e levanci dal sonno della negligenzia, e tollonci la ignoranzia, perocché n’ha fatto vomitare l’atto della superbia, onde per questo nasce una giustizia, con una santa e dolce pazienzia in volere sostenere ogni pena e tormento, e reputarsi indegno della pace è quiete della mente. Or questo fa l’anima innamorata di Dio, che ha conceputo in sè perfettissimo odio. Aperto dunque l’occhio dello intendimento, e raguardato in sè la inestimabile bontà e carità di Dio, a costui le pene gli pajono tanto dolci e soavi, che non pare che d’altro si possa dilettare, e sempre pensa in che modo possa sostenere pena per amore dell’odio suo. A questo dunque vuole e desidera l’anima mia di vedervi andare: che, se Dio ti conduce e concede grazia d’afì’aticarsi, e dare la vita per lui, se bisognerà, sia fornita la navicella dell’ anima nostra di sangue, e del fuoco della divina carità, cercandolo ed acquistandolo per lo modo detto di sopra.

Altro non dico: abbiate l’occhio sopra i sudditi vostri, e mai non si serri per niuna cosa. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore.