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viamo veduto, che sola la nuvola dell’amore proprio è quella che ce la toglie; poiché è tanto pericoloso, e da fuggirlo, « da fare buona guardia, acciocché non entri nell* anima no?tra, e se elli ci è entrato, pigliare il rimedio.

IV. Il rimedio è questo che noi stiamo nella cella del conoscimento di noi, conoscendo noi per noi non essere, e la bontà di Dio in noi riconoscendo t essere ed ogni grazia che é posta sopra l’essere da lui, e non vedere li difetti nostri, acciocché veniamo ad odio e dispiacimento della sensualità, e con l’odio fuggiremo questo amore proprio; trovarenci vestiti del vestimento nuziale della divina carità, del quale l’anima debbe essere vestila per andare alle nozze di vita eterna.

V. All’ uscio della cella porrà la guardia del cane della coscienzia, il quale abbaja subito che sente venire li nemici delle molte e diverse cogitazioni nel cuore, e non tanto che abbaj a’ minici, ma essendo amici si abbajerà venendo alcuna volta li santi e buoni pensieri di volere fare alcuna buona operazione, si desterà questa dolce guardia la ragione col lume delY intelletto, perchè vede se egli è da Dio o no; e per questo modo la città dell’anima nostra sta sicura posta in tanta fortezza, che nè dimonio, nè creatura gliele può torre; sempre cresce di virtù in virtù, intlno che giugue alla vita durabile, conservata e cresciuta la bellezza dell’anima sua: col lume della ragione, perchè non c’ è stata la nuvola dell’ amore proprio, che se l’avesse avuta già non 1’ arebbe conservata: considerando questo 1’anima mia, dissi ch’io desideravo di vedervi alluminalo di vero e perfetto lume: adunque voglio che ci destiamo dal sonno della negligenzia, esercitando la vita nostra In virtù col lume, acciocché in questa vita viviamo come angeli terrestri, annegandoci nel sangue di Cristo crocifisso, nascondendoci nelle piaghe dolcissime sue. Altro non vi dico.

Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Ricevetti la vostra lettera, intesi ciò che dice: sappiale