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di Dio, che sotto specie di più servire, ed a Dio, egli disservono Dio. Sapete che sola la volontà è quella che disserve

serve: se tu, religioso, hai volontà, il dimonio non te la mostra colle cose grosse di fuore, che già l’hai abbandonate, avendo lassato il secolo, ma elli te la pone dentro colle spirituali, dicendo: elli ini pare avere più pace, e più stare in amore di Dio, starmi nel tale luogo e non nell’altro, e per avere queslo elli resiste all’obedienzia, e se pure li le conviene fare, il fa con pena, sicché volendo la pace egli si toglie la pace; meglio è adunque a tórre la propria volontà, e non pensare di sè niente, solo di vedere in sè compire la volonlà di Dio e dell’Ordine santo, e compire l’obedienzia del suo prelato. Son certa che sarete aquilini, che impararete dall’aquila vera (C): così fanno gli uomini del mondo, che si partono dalla volontà del loro Creatore, quando Dio permette a loro alcuna tribulazione e persecuzion*, dicono: Io non le vorrei, non tanlo per la pena, quanto mi pare che siano cagioni di partirmi da Dio, ma sono ingannati, che quella è falsa passione sensitiva, che colla illusione del dimonio schifano la pena, e più temono la pena che l’offesa: sicché con ogni generazione usa questo inganno. Convienci adunque annegare questa volontà nostra: i secolari obedienti osservare i comandamenti di Dio; ed i religiosi osservare i comandamenti ed i consigli come hanno promesso alla santa religione. Orsù, figliuoli miei, obedienti infino alla morte colle vere e reali virtù: pensate che tanto quanto sarete umili, tanto sarete obedienti, che dalla obedienzia nasce la vena deH’umillà, e daH’umillà l’obedienzia, le quali escono dal condpllo dell’ardentissima carità: questo condotto della carila trarrete dal costato di Cristo crocifisso; ivi voglio che la procacciate a questo modo per luogo ed abitazione.


Sapete che il religioso che è fuore della cella è morto, come il pesce che è fuore dell’acqua, e però vi dico