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V. Adunque con qnesto mezzo acquistiamo la virtù della vera obedienzia: elli ci fa forti e perseveranti nella santa religione, che per veruna cosa 11011 rivoltiamo il capo a dietro. Ella ci dà lume a cognoscere noi medesimi, e 1’afFetto della carità di Dio, e gl’inganni delle dimonia. Elli ci fa umili, tantoché per umiltà l’anima si fa serva de’ servi: fa aprire tutto sè medesimo nelle mani del suo maggiore, e se per lo tempo passato o per lo presente il dimonio avesse obumbrata la coscienzia sua per battaglie, o eziandio fusse attualmente caduto in colpa di peccato mortale, umilmente manifesta la sua infirmità, siccome a medico, tante volte, quante li accadesse, e per vergogna non se ne ritrae, nè debba ritrarre, ma con pazienzia riceve-la medicina e correzione, che’l medico suo spirituale gli desse, credendo con fede viva, che Dio gli darà tanto lume quanto è bisogno alla salute: così debba fare, acciò tagli la via al dimonio, che non vorrebbe altro se non ponere una vergogna negli occhi nostri, acciocché tenessimo dentro nel) anima nostra » difetti, e le cogitazioni, e non gli manifestassimo.

Questa madre dell’ orazione ci leva questa vergogna, come detto è. Ella é di tanta dolceiza, che la lingua nostra noi potrebbe narrare. Adunque doviamo con sollicitudine esercitarci in essa, e riposarci al petto suo, e mai non lassarla, e perocché alcuna volta il dimonio stando noi in orazione, o dicendo l’offizio, obumbrasse la mente nostra d’ una tenebre, con diverse e laide cogitazioni, non doviamo però mai lassare la nostra orazione, ma perseverare in essa, e col pensiero santo cacciare il pensiero rio, cd osservare la buona e santa volontà, che non consenta a quelle cogitazioni!

facendo così non cadrà mai in confusione, ma pigliarà speranza in Dio, e con pazienzia portarà quelle fatiche della mente, umiliandosi dirà: Signor niio, io cognosco che non sono degno della pace e quiete della mente come gli altri servi tuoi, pure che tu mi conservi la buona e santa volontà, sicché mai