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sarebbe mentalmente; e non osserva il voto della povertà volontaria, perche quelli che è nel proprio amore, appetisce i diletti del mondo, e viengli a tedio l’orazione e la cella, dilettandosi della conversazione. O quanta miseria n’esce; elli è fatto perditore del tempo!

elli volle il capo indietro a mirare l’aratro e non persevera; elli è fatto debile, perocché ogni piccola cosa il dà a terra: elli si priva d’ogni virtù, e sempre come superbo vuole investigare la volontà d’altrui, e massimamente quella del suo prelato. La lingua, figliuoli carissimi, non sarebbe sufficiente a narrare il male che esce della disobedienzia: elli é impaziente, che non può sostenere una parola; ed è attorniato da molti lacciuoli, e neuno ne passa, ma gusta in questa vita l’arra dell’inferno. Che dunque diremo? diremo che ogni male esce dalla disobedienzia, perocché è privata della carità e della virtù dell3 umiltà, le quali sono due ale che ci fanno volare a vita eterna; ed è privato della pazienzia, che è il mirollo della carità, per la quale carità l’anima viene ad obedienzia. Unde considerando me, che per altra via non potiamo fuggire tanti mali, e venire a tanto bene, e quanto ci dà la. virtù del1’obedienzia!

dissi, eh* io desideravo di vedervi fontlati in vera e santa pazienzia, perocché obedienzia non si può avere senza pazienzia, e la pazienzia procede dalla carità: perocché per amore è fatto paziente cd obediente, unto di vera e perfetta umiltà.

Orsù, figliuoli miei, poiché sete in tra ti nella navicella della santa religione, corrile col vento prospero della vera obedienzia infino alla morte, acciocché senza pericolo giungete al termine vostro di vita eterna. Bagnatevi nel sangue di Cristo crocifisso. Altro non vi dico. Permanete nella santa

dolce dilezione di Dio.


Jesù dolce, Jesù amore. Raccomandateci strettamente al priore ed a tutti cotesli figliuoli,

voi siate spec* clno dell’obedienzia. Jesù’dolce, Jesù amore.