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... ll esso medesimo. Cli
comparazione si fa dalla cosa finita alla infinita ? non veruna; onde se io sono offeso nel corpo, ed io sto in odio per l’offesa che m’è fatta, seguita che io offendo l’anima mia, ed oceidola tollendole la vita della grazia, e dandole la morte eternale, se la morte gli mena nel tempo dell’odio che non è sicuro.
Adunque io debbo avere maggiore odio di me, che uccido 1- anima che è infinita; perocché non finisce mai, quanto che ad essere; perocché, benché finisca a grazia, non finisce ad essere; che verso di colui che vi uccide il corpo che è cosa finita, perocché, o per uno modo o per un altro ha a finire, perchè l’é cosa corruttibile, e che non dura la verdura sua; ma tanto si conserva, e vale quanto il tesoro dell’ anima v’ è dentro Or che è egli a vedere quando n’ è fuora la pietra preziosa, è uno sacco pieno di sterco, cibo di morie e cibo di vermini. Adunque io non voglio che per questa ingiuria che è fatta contra a questo corpo finito, ed è tanto vile, che voi offendiate Dio e l’anima vostra che è infinita, stando in odio ed in rancore.
Avete dunque materia di concipere maggiore odio verso di voi che in verso di loro, ed a questo modo cacciarete l’odio con I odio, perocché con I odio di voi cacciaiets l’odio del prossimo, gittarete uno colpo, e satisfarete a Dio ed al prossimo, perocché levando l’odio dall’anima vostra, voi farete pace con Dio, e late pace col prossimo.
III. Adunque vedete, fratelli carissimi, che a questo modo voi seguitarete l’Agnello che v* è via e rególa, la quale tenendo vi conduce a porlo di salute. Questo Agnello fu quello mezzo che in su la croce satisfece alla ingiuria del padre, ed a noi dette la vita della grazia e della grande guerra, si fece grandissima pace, solo per questo mezzo, Levasi questo dolce Agnello con odio della colpa commessa per l’uomo, e della ingiuria che è fatta al Padre per l’offesa fatta, e piglia questa offesa, e fanne vendetta sopra sè medesimo, il # Caterina da Siena. Opere. T. IV. a