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io5 la rota del sole, cioè 1 eterna volontà di Dio, l’eterna verità sua, 1’ eterno verbo e 1* eterna dottrina sua, il quale è sole di giustizia che illumina ogni anima, che da lui vuole essere illuminata; unde nel lume suo vediamo lume, col caldo suo si consuma ogni freddezza e tepidezza del cuore, pure che col libero arbitrio apra la finestra della volontà sua, acciocché il sole possa intrare nella casa dell’anima, con una giustizia che giustamente renda onore a Dio e gloria e loda alla parola del Padre eterno, cioè al Verbo. Allora gli rende gloria quando seguita la dottrina sua; a sè dia odio e rimproverio, svergognando la propria passione sensitiva, o spirituale, o temporale, in qualunque modo ella ricalcitrasse di non rendere il debito al prossimo suo, al quale debba rendere dilezione e benivolenzia, mostrandolo nel tempo della sua necessità in sovvenirlo caritativamente, portando e sopportando i difetti suoi non solamente con la parola, ma con l’operazione; abbandonando a sè medesimo, non che egli abbandoni sè per colpa, ma per diletto, abbracciando la pena per onore di Dio in salute del prossimo suo. Questo fa colui che ha posto 1’ occhio dell’ intelletto in questo dolce e glorioso sole, perchè col lume ha veduto, che per altra via non potiamo mostrare l’affetto che doviamo avere a Dio, ed anco cognosce, che essendo privato della dilezione del prossimo, sarebbe privato di Dio, ma l’amatore di su ammantellato col detto manto risponde: Io non ne voglio esser privato, nè me ne voglio privare: innanzi vorrei morire io, ma non me ne trovo bene. Sento me nella mente svagolata, e non me ne sento altro che tenebre, scandalo e confusione di mente; e colà dove io il debbo amare, egli mi viene a tedio e dispiacere, e non pare che io possa sostenere, nè me, nè lui, ■unde meglio mi è, più mel sentirò amare a starmi nella pace mia. Questo in verità dimostra che egli è cieco, e non vede altro ’ che alba: e come potrò io dire, che io ami il prossimo, se quando io vederò la