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Annotazioni alla Lettera 3.


(A) Fatto lo’ molti benefizj. Sì nel libro del dialogo, si nelle sue lettere adopera frequentemente santa Caterina la voce lo’ per quella di loro; onde, acciocchè altri non prenda abbaglio, e bene intenda il sentimento della santa, avvertasi qui ora, per non averlo all’altre occasioni a ripetere. Ciò non trovasi di verità appo gli scrittori fiorentini, ma ben sì l’usarono i Sanesi di quel tempo, come si avverte nelle annotazioni alla lettera 43.

(B) Venciate la malizia e la superbia de’ figliuoli vostri. Per quanto può vedersi dal tenore della lettera, non aveva la santa preso ancora il carico d’intramettersi d’accomodamento tra ’l pontefice e la republica di Firenze; onde questa sarà scritta innanzi al maggio del 1376. Indotta adunque solamente dallo spirito della carità, porge sue preghiere al pontefice a pro sì delle città ribellate, sì di quella republica, che stata n’era la principale cagione; avvegnachè tuttora salda e costante si stesse nel partito che preso avea. Usa la santa dire vencere in luogo di vincere, secondo che costumavasi a Siena a quel tempo, e tuttora pure costumasi nella favella del popolo. Celso Cittadini, uomo versatissimo nelle antichità, e peritissimo della lingua toscana, in un suo picciolo trattato, che fa dei sei differenti idiomi toscani, che è a penna, osserva il cangiamento che fanno le sei nazioni di essa, di una vocale in un’altra in alcune parole, come ad esempio, a Firenze dicesi vincere, a Siena vencere, ed a contrario a Firenze si dice venti, a Siena vinti, in significato di numero.

(C) All’odore della croce tutti corriranno. Ciò, che con lettera qui accenna la santa, più chiaro ella espose in voce a questo pontefice mentre era in Avignone. Imperciocchè, pregando ella Gregorio con tutto il calore de’ suoi conforti a muovere la guerra contra gl’infedeli, ripigliando questi non essere il tempo acconcio a tal impresa a cagione delle dissensioni nate fra’ cristiani, non, disse la santa, anzi il tempo non può accadere miglioreC 1, perchè all’inalzarsi della croce contro i comuni nemici, poseranno gli odj che sono tra’ cristiani; e tutti d’un volere volgeranno la guerra contra di quelli; onde si avranno ad un tempo due beni, cioè dire, la pace della cristianità e la guerra agl’infedeli. Questa saggia riflessione della santa, vien addotta da Cornelio a Lapide e giustamente lodata, confermandola con varj esempjC 2. Usa dire la santa corrire in luogo di correre secondo che porta l’idiotismo sanese, nato forse dal francese courir.
  1. Vit. di s. Cat. Part. 1, cap. 10.
  2. In dedicat. Cum. In 12. Proph. Min.