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Annotazioni alla Lettera 2.

(A) Questa lettera e la due seguenti sembrano scritte prima del maggio del 1376, non accennandosi in essa al carico affidatole in quel mese di tornare i Fiorentini in grazia della Chiesa.

(B) Alla pace. Esorta il pontefice alla pace; non si creda però che egli non la bramasse; imperocchè sin dal principio dell’anno aveva già mandato a’ Fiorentini Nicolò Spinello e Bartolomeo Giacobbi, proponendo condizioni assai moderate, che erano state rigettate da quei magistrati avidi di guerreggiare. (Ammirato, lib. 13.)

(C) Malaventura. Questa parola malaventura prendesi dagli autori del buon secolo in significato ancora di discordia e dissenzione.

(D) Anime degl’infedeli che non partecipano il sangue. Col dire, che gl’infedeli non partecipano il sangue di Cristo Signor nostro, non già intende negare essersi da esso sparto il sangue divino per tutti gli uomini, o sieno fedeli, e nel grembo di santa Chiesa, o infedeli e fuor d’esso, essendo il negarlo manifesto errore; giacchè è di verità tutta cattolica, che Cristo Signor nostro morì e die’ per lutti il suo sangue prezioso. La santa medesima in altre sue lettere chiaro palesa il suo sentimento, e singolarmente nella lettera decimanona, in cui dice: Le anime degl’infedeli sono ricomprate dal sangue di Cristo come noi; e nella vigesima quarta, favellando di Cristo Signor nostro, si dice: Come sapienzia del padre eterno vedeva coloro che partecipavano il sangue suo, e quelle che noi partecipavano per le colpe loro. Lo stesso sentimento il ripete nella lettera trentesima settima.

(E) Credo che F. J. da P. Non si è potuto sapere chi fosse.