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lasciato mescolare; ed intendendo qual rinforzo di buon consiglio, avrebbe acquistato l’apostolica nave dalla cognizione di quei venti procellosi, che per poco non l’affondarono, e dalla scienza di quelle stelle favorevoli, le quali nel cammino più sicuro la tennero, ed in salvo la ricondussero, apprestossi con tutto lo spirito a questa così difficile impresa per ogni altro più arrischiato intelletto rincrescevole e dubbiosa. Riandando egli perciò le tracce più spente dall’istoria di que’tempi, e disviluppandosi davanti le contraddizioni degli scrittori, i quali, o furono malcontenti del ritorno della santa Sede in Italia con Gregorio XI, o favoratori del competitore di Urbano VI, ha illustrata di tal sorte quest’edizione, ponendo nel medesimo tempo in chiaro la santità di tanti religiosi domenicani e di tan’altri discepoli della santa (non senza ritrovare la cronologia di tante nobili casate sanesi italiane, e di là dai monti) che ci giova il credere, aver la santa medesima provveduto (il che in tante altre cose ci ha fatto) alla maggior chiarezza della sua dottrina e delle sue intraprese con suggerircene l’elezione. E molto più è quello che lasciamo di dire per lo rispetto che serbiamo alla sua modestia, colla quale ci è convenuto lungamente contendere il consentimento di porre in quest’opera il suo nome.

Nè qui dobbiamo lasciare sotto silenzio qualche benemerenza che hanno con quest’opere il P. Angelo Carapelli domenicano, che ha cavati alla luce tanti originali documenti in qualche riposto archivio abbuiati del trasandato convento di Camporeggi di Siena, ed avendone stratte le più curiose notizie per arricchire tanto l’istoria della santa, che le osservazioni ci ha fatto ajuto di una sua lodevole fatica titolata Corso cronotassico della vita di s. Caterina da Siena, di cui un esemplare a penna lasciammo nella Casanattense. Secondariamente il P. Fra Domenico di Gesù Maria carmelitano scalzo, che santamente gareggiando con monsignor Bernardino Pecci suo fratello, vescovo di