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Annotazioni alla Lettera 4L%* (J) L’abbate nunzio in Toscana cui scrisse la santa fu Gerardo o Gherardo, che dire Togliamo di Puv, che do’ diremmo di Poggio di nazione francese. Era egli monaco benedettino della Con* negazione di Clogn^, ed abbate del raonistero di san Martino, posto sul fiume Loira, presso la ciltà di Tnrs, detto dal volgo di DIarmontier, e per gli autoii italiani appellai il maggior monistero, da che in laliuo dice»i mnjus inonasteriurn, avvegnaché molti fer errore ablnanlo detto ubbns montis ntajoris, e I Ammirato or o dica l’abbate maggiore Bituricense, e più sovente Io appelli abbate di Monlemaggiore, e ne storpi ancora il cognome dicendolo Gherardo di Predio. Venne questo abbate in Italia Panno 1371, mandatovi da Gregorio in ufficio di tesoriere della santa Sede, e collettore generale delle rendite della Chiesa. Del 1072, fu fatto governatore di Perugia e della provincia del Patrimonio e d’altre terre con titolo di vicaro apostolico. Nel titolo viene appellalo Jfunzio apostolico: non si sa che egli aTesse mai tale incarico nelle parti di Toscana; consta ^eró da una ordinazione di questo abbate conservataci dal Martorelli nella Storia della città di Osimo, che fu per Gregorio XI nunzio in pnrtibus Italie. Nel suo governo di Perugia fu accusalo d’aver fomentate le discordie Ira gli Aretini e il popolo di Castiglione, e di aver sottomano ajutato Cione Salimbeni ribelle di Siena, onde grande sospetto n’ebbero le città di Toscana, e colsero odio addosso a" ministri del pontefice in Italia, come uomini, che sol mirassero ad allargate lo Stato ecclesiastico, accorciandone il loro dominio. Allorché ribellò alla Chiesa la città di Perù già, era egli in quella ciltà. e si riparò entro la fortezza, in cui fa assediato dalle armi de’ Fiorentini e d’ altri collegati toscani, onde in ultimo convennegli cedere alla forza e partirne non senza avere in prima ricevati diversi affronti, de quali fe’poi querela Gregorio alla repubblica di Firenze.
(B) Egli è bisogno, che a racr.oaciare al tutto, si guasti injino alle fondamenta. Accenna la santa i gravi scandali eh’ erano per nascere nella Chiesa di Dio a cagione dello scisma, di cui, come ad altro luogo lu detto, ebbe ella avviso dal cielo.
(C) E quando vtrrh il tempo difare li pastori e’ cardinali Questi furono creati del 1375 del mese di dicembre, e Ira essi fa pure inchiuso questo abbate che slava^ene assedialo dall’esercito de’collegiali, e si disse il cardinale del miglior Monislero. Diè poi egli il suffragio nella elezione d’Urbano VI, e fu de’ pri:ur a togliersi dalla ubbidienza cK esso, andandone ad Anagni e procurando che si venisse alla elezione d’un antipapa, onde contro Iiii e due allri cardinali francesi gitlò Urbano la prima sagra folgore della scomunica, dipouendulo dal cardinalato. Stette però egli ferina nel partito